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red snapper
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PRINCE BLIMEY
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Warp
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Di loro (già all'attivo con un altro ottimo lavoro sempre su
Warp) avevamo ancora nelle orecchie soprattutto lo
splendido lavoro su Paraffin dei Ruby.
Ma quelle atmosfere morbose ed intriganti erano solo il preludio a qualcosa
di più sostanzioso: prima il singolo Mooking (con
un grande remix di Plaid), ed ora questo nuovo album,
decisamente al di là degli ormai un tantino odiosi paradigmi
acid-jazz e trip-hop.
Qui il jazz da post si fa trans e per
tutta la durata dell'album il double bass di Ali
Friend e i fiati di Ollie Moore arrivano
a toccare i territori free assolutamente imprevedibili per una formazione
che comunque incide su Warp (che è ancora l'etichetta di uno come
Aphex Twin...): ed infatti il sesto uomo
che decide idealmente la collocazione di questo lavoro è Tim
Holmes, ottimo engineer di un album imperdibile.
Leonardo (16-10-1996)
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red snapper
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PRINCE BLIMEY
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Warp
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Mi risulta un po' difficile recensire questo album uscito per la
Warp (forse l'etichetta degli anni novanta?)
senza scomodare certi luoghi comuni e senza sconfinare nella retorica.
In effetti lavori come "Prince Blimey" disorientano
l'ascoltatore per le miriadi di influenze che lo compongono a tal punto da
renderlo difficilmente classificabile. Modern-jazz?
Abstract-jungle? Future-funk? Art-rock? Forse
tutto o niente di tutto questo.
Sicuramente come tutti i dischi che lasciano un segno, anche il secondo
album dei Red Snapper ha bisogno di un ascolto
approfondito per poter iniziare un viaggio sensoriale che annichilisce chi
lo ascolta.
Uscito all'inizio dell'autunno quasi a voler sancire una tacita intesa con
questa stagione, "Prince Blimey" è un album ideale per
grigie giornate di pioggia. Interamente suonato dalla
prima all'ultima nota con una classica formazione
(chitarra,basso,batteria più vari ospiti al sax e alla
voce), il disco in questione scardina il concetto tradizionale di jazz
urbano per ricomporlo sottoforma di materia estremamente malleabile e
aperta alle pi ù disparate contaminazioni.
Troviamo cenni dei Primus in brani come "Diggin'
doctor" e drum'n'bass drammatica ed estremamente
cinematografica come l'iniziale "Crusoe take a trip". Sicuramente
questo non è un album per tutti, ma per l'attualità di questo
melting-pot sonoro penso che non mancherà di
affascinare più di qualcuno.
Per quello che mi riguarda uno dei dischi dell'anno.
The revolution starts here!
Alberto ZARDI (01-11-1996)