storie di musica
INTERVISTA AI DARMADAR
Accade ormai da un paio d'anni che tutte le nuove produzioni musicali (una
buona parte delle quali targate Compagnia Nuove Indie)
provenienti da Napoli e dintorni ci costringano a riscrivere ed aggiornare
senza soste la mappa immaginaria della scena musicale del sud, dandoci la
sensazione di una scena fluida e magmatica, aperta più di
ogni altro luogo in Italia alle influenze esterne (e non solo per ragioni
di contiguità geografica con gli stati che si affacciano sul
mediterraneo), alle contaminazioni e ai voli senza rete
verso mete sempre più ambiziose.
È il caso di questo nuovo progetto targato, manco a dirlo, CNI, e
che porta il nome di DARMADAR, termine assunto dal
lessico islamico sufi ad indicare la "riconciliazione". Ne sono
autori due musicisti che hanno contribuito a costruire il successo degli
ALMAMEGRETTA, e che in diverse fasi della storia del
gruppo hanno deciso di abbandonare: Patrizia di
Fiore, fra i membri fondatori e che presto aveva abbandonato per
contrasti personali, a Gianni Mantice, la cui
fuoriuscita risale alla pubblicazione di "Sanacore", del
quale è coautore in molte parti, e che rappresenta la sua ultima
fatica accanto al gruppo.
I due, come sentiremo nell'intervista rilasciata a DM da Mantice, si sono
ritrovati prima sul piano umano e poi su quello artistico (in questo senso
DARMADAR ci parla anche del loro vissuto), dando vita a
questo prezioso intarsio di ritmiche moderne e fraseggi vocali sul modello
dell'etichetta inglese NATION RECORDS, con un forte
radicamento nella world music più evoluta (le affinità con un
altro progetto della CNI come TRANCENDENTAL è
avvalorato anche dal contributo alla produzione di Pivio de
Scalzi).
Questo primo e.p. ci regala un ulteriore allargamento della linea di
confine della musica di contaminazione in Italia, e poterli vedere
dal vivo (cominceranno a girare da Dicembre '97) servirà anche a
testare l'impatto live di musiche per il momento affidate in toto ai
campionatori.
Colloquio con Gianni Mantice.
DM:
La tua uscita dagli ALMAMEGRETTA ha coinciso con la
nascita del progetto DARMADAR. Puoi darci qualche
ragguaglio sulla natura del tuo nuovo gruppo?
Gianni Mantice:
Io sono stato uno dei fondatori degli ALMAMEGRETTA,
assieme a Gennaro, il batterista, e alla stessa
Patrizia di Fiore, cosa che non tutti sanno, nel
lontanissimo 1988. Mentre Patrizia ha abbandonato presto il gruppo, io gli
ho dedicato sette anni della mia vita, fino alla pubblicazione di
"Sanacore"; poi è venuto il tempo di fare delle
scelte che andassero al di là della superficie eclatante di quella
esperienza, e ho deciso di andare avanti da solo. Ho reincontrato
Patrizia, con la quale c'è stata una vera e propria
"riconciliazione" (questo sta a significare il termine
"Darmadar"): avevo bisogno di una "voce" ed ho pensato alla sua,
così particolare. Proprio rivedendoci ho capito che tutte le
ragioni di attrito personale erano venute meno, anzi, non c'erano mai
state.
Ci sono state anche motivazioni musicali alla base del tuo
abbandono del gruppo?
No, è stata una scelta dettata da ragioni fondamentalmente
personali. Il progetto ALMAMEGRETTA continua a piacermi e so che proprio
in questo periodo stanno ultimando il prossimo disco. Il mio cuore
è ancora legato a loro.
La tua attenzione è legata solo al nuovo progetto...
In effetti da un anno sto suonando con i 99 POSSE, ma da
Settembre interromperò la collaborazione per dedicarmi alla
preparazione di uno spettacolo live, il che farà slittare
l'uscita dell'album vero e proprio a primavera dell'anno prossimo. In
questo momento riteniamo prioritario fare una verifica dal vivo del
materiale, e cominceremo a farlo fra novembre e dicembre.
Qual è l'eredità musicale della tua stagione negli
ALMAMEGRETTA, e quanto c'è di nuovo nel percorso di DARMADAR?
Musicalmente credo vi sia una certa coerenza con quanto fatto
prima, e mi piace sia così. La novità sta nella presenza di
Patrizia, che, essendo musulmana praticante (come il marito che
suona dal vivo per noi), ha influenzato dal punto di vista "spirituale" il
contenuto della nostra ricerca musicale.
Sarebbe giusto fosse lei ad illustrare i contenuti della sua adesione
spirituale all'islamismo, ma se non sbaglio, la corrente cui lei fa
riferimento non appartiene all'immagine dell'ortodossia "belligerante" in
nome della fede che oggi è tristemente all'ordine del giorno in
parte del mondo islamico, con il suo tributo di vittime civili.
Lei assolutamente non fa parte di quella parte del mondo islamico, di cui
spesso perlatro si conoscono solo gli aspetti più superficiali.
Se dunque il percorso religioso personale di Patrizia ha dato forma
spirituale al gruppo, cosa puoi dirci del background strettamente musicale,
fatto di suoni world commisti a ritmi che richiamano da vicino le
esperienze passate di etichette come la NATION RECORDS o
la PLANET DOG, fino ad arrivare ad accenni di drum'n'bass?
Per me adesso non esiste altro modo di fare musica che
"contaminare", mescolare queste idee musicali che arrivano
da ogni dove, come il drum'n'bass. In questo senso è stato
determinante anche il contributo di Pivio del
TRANCENDENTAL, e un ruolo necessariamente ha giocato anche la
necessità di dover provvedere da soli agli strumenti che ci
mancavano. Ma fondamentale rimane comunque l'idea di "rimescolamento
totale", tanto che se per questo lavoro ci siamo limitati a guardare
al medio oriente, non è escluso che in futuro non si vada a cercare
altrove, chessò al Brasile... È difficile rendere con le
parole quello che ho in mente a proposito della nostra musica per il
futuro, ma forse la definizione di "musica globale"
può avvicinarsi al cuore dell'idea, purché non la si confonda
con la definizione corrente di "world music".
Per passare ad una questione sicuramente più prosaica, ma non meno
importante: anche questo lavoro, come altri della vostra etichetta,
è di difficile reperibilità!
Non mancherò di far presente ai responsabili dell'etichetta questo
inconveniente, anche se, paradossalmente, questo problema ci ha fatto
piacere, perché questo minicd doveva essere una presentazione
dell'album, una sorta di "antipasto", e invece ha catalizzato
un'enorme attenzione, tantoche mi è stato riferito che "Darmadar" si
trova fra i primi venti dischi della classifica indie italiana. Quando
arriveremo all'album vero e proprio sicuramente la cura per la
distribuzione sara diversa...
Nell'attesa di vedere almeno il vostro set dal vivo, come avete
organizzato il progetto live?
Negli ultimi tempi sono entrati in formazione MASSIMO
D'AVANZO, che suona chitarra e flauti e che si occuperà
delle "macchine", e CLAUDIO MARINO, già batterista
per i BISCA ed ora nei 99 POSSE fino alla conclusione del
tour. Del marito di Patrizia, GUIDO RUSSO, ti avevo
già detto che suonerà il basso, ed il resto dei suoni
sarà appunto affidato ai campionatori.
E' giocoforza ogni volta che ci capita di poter parlare con qualcuno che
appartiene alla scena musicale napoletana, allargare lo sguardo a tutta la
scena, che sino ad oggi si è contraddistinta per un costante stato
di "rivoluzione", fatto di scissioni ed apparentamenti quasi
sempre musicalmente fertili. Cosa ci puoi raccontare a riguardo?
Ci saranno molte uscite di gruppi che stanno guardando alla tecnologia e a
ritmiche più ballabili, quasi a lambire la "rave music". Ma i miei
gusti personali non mi portano ad ascoltare molto altro oltre alla musica
etnica unita alla ricerca di gruppi come LEFTFIELD,
PRODIGY, etc...
Intervista a cura di
Loris e
Leonardo.