DUE  O  TRE  COSE  CHE  SO  SULL' AFA

E'  difficile scrivere di  un cambiamento,  di una mutazione  ancora
in  corso,   spesso  ci  si   accetta  dopo  un  lungo   periodo  di 
assestamento,  di alti e bassi,  momenti di grande  euforia e grande 
depressione,  l'armonia è  il  risultato  delle forze  del caos.  E' 
comunque necessario  ed urgente informare sui benevoli  rivolgimenti 
accaduti in questi ultimi mesi negli AFA.  E' sparita la sigla,  una 
parola sola,  caldo umido che opprime,  AFA,  sempre più chiaramente 
una  parola che avremo sulla bocca  e sulla pelle,  il grande cambio 
climatico è alle  porte... le nostre città sono come  stanze chiuse, 
la    ricreata   giungla    conquistatrice   trasuda   umido   umore 
peccaminoso.  Il folk degli AFA è morto  e forse non è mai esistito, 
era  probabilmente un corrosivo  acido in cui  tutto si  scioglieva, 
si stemperava, folk in verità è certo rock stereostipato,  il malato 
vecchio   rock'n'roll   è   la  zoppicante   colonna   sonora  della 
decadenza,  le chitarre  e le batterie  in quattro quarti  sono oggi 
le  musiche  di  banali  rituali  popolari  privi  di  spiritualità. 
Preferisco  allora  l'inconsistenza  e  la  sospensione del trip-hop 
(scusate i  termini alla  moda),  lo  stato di trance  indotto dalla 
techno,  gli ambienti creati dalle macchine,  i ritmi astratti della 
jungle,  suoni sempre più  organici ed arcaici  nonostante l'estrema 
tecnologia.  Nei testi è scomparsa la famnigerata ironia: per me era 
assolutamente  importante  sapere  ridere  delle nostre  miserie, ma 
qui  da noi  il ridere  ha  perso  valore,  molti  scambiano  questo 
sforzo  tragicomico per  triviale demenzialità  ed in verità anch'io 
non  ho  più   tanta  voglia  di  ridere.    Ho  deciso  di   essere 
estremamente  intimo e nudo,  mi spoglio,  peggio per me  peggio per
voi  ipotetici   ora  ci sono  parole e  suoni  che  travalicano  le 
apparenze,   che  vanno  oltre  al  mondo  che  conosciamo  assurdo. 
Abbiamo  aperto  buchi  neri,  chi  vuole  può passare  attraverso e 
visitare altre dimensioni.  "NOMADE PSICHICO"  è un invito  ad usare 
il  più  potente  mezzo  che abbiamo  a  disposizione,  il cervello, 
andare  oltre  luoghi,  confini,  stati,  dogmi,  essere viaggiatori 
psichici,    parte   di  un   tutto   universale.     Carburante   e 
catalizzatore:  il disco  è nato  in un periodo travagliato per me e
per il gruppo,  durante le registrazioni  ho perso  e ritrovato  mio 
padre,  morto e rinato,  in questo freddo dischetto c'è la vita,  la 
morte   e   tutto   quello   che  viene  prima  e  dopo.  Durante le 
registrazioni  certe situazioni  sono precipitate o meglio maturate, 
per alcuni  era  il momento  di intraprendere  un'avvenurosa  strada 
unica  e  decisa,  per  altri  lo  stare  fermi  era  diventata  una 
malattia  con la quale si convive,  il rischio?   Mai più ripartire. 
Sintonie   diverse,   giustamente   diverse,   nessuno   sa    dov'è 
la ragione  e nessuno lo vuole sapere,   resta il fatto  che in quei 
tempi  si  è  formato  un  nuovo  gruppo,   una  nuova  alchimia  ha 
soppiantato  quella  più  vecchia,  il  disco  è stato  concepito  e 
suonato  da  quattro  persone,  gli  altri  non  hanno  fatto  o con 
premonizione hanno lasciato  fare.  C'è un rinnovato interscambio di 
energie,  una partecipazione sinergicamente all'espressione,  c'è un 
riconoscere  i ruoli,  non importa  quanto durerà l'importante è che 
sia ora,  adesso.  Le cose succedono da questo secondo in poi,  sono 
apparentemente   slegate,   ed  invece  inspiegabilmente  congiunte,
collegamenti  astrali,  sostanze e culture visionarie, etnobotanica, 
psiconavigazione,  sciamanesimo,  allucinazioni   varie,  funghetti, 
trance  e  neo-tribalismo.  Tutti segnali  di un  disperato  ritorno 
dell'umanità  alla sua parte  più  nascosta  e misteriosa:  ci hanno
insegnato  una  bellissima  parola  d'ordine  per accedere  ad altri 
mondi, "Siate Altrove!".
Il verbo  va diffuso  così come bisogna rivelare  una frase di Louis 
Pauwels:  "La mente  è come  il paracadute,  funziona  solo quando è 
totalmente  aperta".   Due o tre  vocaboli  messi  insieme  con arte 
possono  sbloccare   un  flusso  di  pensieri   travolgente,   leggo 
un'intervista  all'antropologo  Lapassade sugli stati di alterazione
mentale  provocati  da un  particolare  tipo  di  musica  ipnotica e 
ripetitiva,  finalmente  si  torna a parlare di  musica non solo dal 
punto di vista edonistico  o di sottofondo distaccato.   La musica è 
spiritualità,  reazione   chimica,  chiave  d'accesso,  a questo  ci
rivolgiamo,  ad un  suono  che  parli  diverse  lingue,   c'è  molto 
sentimento  femminile nei nuovi brani,  ciò non  toglie che anche un 
maschietto  possa esprimere  questo suo  lato intimo,  d'altra parte
si  dovrebbe sorpassare il vecchio  binomio uomo/donna:  pensiamo ad
un  essere  completo,  universale.    Penso  alla  neutralità  degli 
extraterrestri...
Proprio  qui vicino  sono stati avvistati  recentemente  oggetti non 
identificati,    UFO  nel  cielo  .....  un  intero   paese  assiste 
incredulo.
Increduli?  Io credo che questo sia per gli  AFA  un buon periodo ed 
è  già  molto  in questi tempi  averne la consapevolezza  anche solo
per  cinque  minuti.  Queste  righe  confuse  come una costellazione 
sono  scritte sotto buone stelle,  c'è  energia  che vibra intorno e
non importa se il nuovo disco  avrà o non avrà riscontro  perché so, 
perché sappiamo che onestamente è uscito ciò che doveva uscire.

IL GRANDE VIAGGIO STA PER COMINCIARE

FABRIZIO TAVERNELLI
      AFA




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