storie di musica

INTERVISTA AI MIRA SPINOSA


Il 1997 è stato un anno molto importante per l'espansione del Consorzio produttori Indipendenti. Il varo di una collana a prezzo decisamente economico (i Taccuini, in uscita a 16.000) capace di lanciare gruppi altrimenti destinati ad una gavetta oscura nel circuito dell'autoproduzione (i Divine, Marco Parente...), la continuazione del lavoro di Gianni Maroccolo con la sua Sonica, e, soprattutto, la scommessa di dare l'imprimatur oneroso del Consorzio stesso su gruppi di nessuna notorietà a livello nazionale, anche se ben conosciuti nelle loro realtà locali.

Fra questi, per quel che ci interessa, i veneziani EstAsia al debutto con STASI dopo un solo lavoro autoprodotto (GOLEM), e il duo composto da Filippo d'Este (tastiere, programmazione, sampling) e Mirka Valente (voce), al secolo musicale con il nome di Mira Spinosa. AGHAR PIAR MILEGHA è un disco con precisi richiami al passato dark-wave degli ottanta, con affinità estetiche a progetti tipicamente 4AD, ma con un'evidente ricerca vocale "in progress", che guarda a voci contemporanee quali SINEAD O'CONNOR o DOLORES O'RIORDAN.

E' un album che ancora vede impegnati i due nella ricerca metrica ottimale (avevano sempre cantato in inglese in precedenza) e "soffre" musicalmente di un accumulo forse eccessivo di parti ritmiche in alcuni momenti, regalandoci la dimensione ottimale del duo in episodi come METAL SUN (dove la composizione risulta più lineare, e dove compare un prezioso cameo di Francesco Magnelli), o la stessa title-track, dove la voce Mirka non risente della necessità di forzare con continui cambi di timbro. Sono già al lavoro per il seguito di AGHAR PIAR MILEGHA, che dovrebbe coincidere anche con l'acquisizione di altri strumentisti, lasciando immaginare anche un'evoluzione delle sonorità che caratterizzerà sicuramente i loro prossimi spettacoli dal vivo.




DM: Dunque il primo disco si è concretizzato. Quali sono le vostre sensazioni di fronte a questo lavoro finalmente realizzato?


MIRKA: Ad essere sincera provo una specie di "nausea" nel considerare il disco, visto che si tratta di pezzi suonati e risuonati da molto tempo, e sentiamo già la necessità di lavorare ad idee musicali nuove. Comunque siamo abbastanza soddisfatti di come è riuscito, rappresenta i Mira Spinosa nel preciso istante in cui incidevano, ora non sappiamo cosa accadrà.


Come siete arrivati a questo primo album?


MIRKA: AGHAR PIAR MILEGHA contiene molti pezzi nuovi e qualcuno più vecchio. Ci siamo arrivati per caso, dopo aver spedito un demo in inglese a Gianni Maroccolo. Quando lui ci ha telefonato noi lavoravamo già a pezzi in italiano, e per questo risulta un mosaico di lingue diverse. WANDERING STONE, METAL SUN e MARCO, i tre pezzi in inglese provengono dal primo demo fatto, TERRARIDA e FA MALE sono il nostro primo esperimento in italiano, AGHAR PIAR MILEGHA in indiano ha fatto parte anche della compilation MATRILINEARE, mentre ECHI è l'ultima nata.


La compresenza di queste lingue diverse è allora solo il risultato cronologico di tappe diverse o è anche la conseguenza del vostro bisogno di esprimervi in modi diversi?


MIRKA: Un po' tutte e due le cose. Per esprimermi al meglio ho dovuto cercare il linguaggio migliore. Da questo punto di vista è stato per me un esperimento. AGHAR PIAR MILEGHA è la canzone che maggiormente cattura lo spirito del disco, è significa SE AVRAI AMORE. La scelta di cantarla in indiano, oltre alla capacità evocativa dei suoni di questa lingua è stata dovuta alla necessità di non rischiare che il titolo in italiano risultasse troppo simile a quello di canzoni... "sanremesi".


Si parla d'amore nel disco, anche se la sensazione è che si riproponga anche per voi la dialettica esistenziale fra EROS e THANATOS. Potete parlarci del background letterario dei vostri testi?


MIRKA: Sono soprattutto i miei stati d'animo e le mie sensazioni a guidarmi. Le cose che ritengo migliori arrivano di getto, mi piace parlare per immagini. Parole e musiche vanno comunque assieme, senza una regola precisa che le sistemi in ordine gerachico.


Quale significato ha per voi una canzone come METAL SUN, dal testo così apocalittico?


MIRKA: Non lo considero il testo più "pericoloso" dell'intero album. Mi è stato ispirato dalla descrizione di una città da parte di Isaac Asimov nella Quadrilogia della Fondazione. Mi ha fatto riflettere l'immagine di una umanità che viveva in mezzo al metallo, senza poter vedere il sole. Tocca il mio rapporto con la Natura ed è per me molto importante.



FILIPPO: Mentre componevo la musica immaginavamo un cortometraggio, ed è anche per questo che il pezzo è piuttosto lungo. E' ambientato in un mondo da Day After. Il protagonista avverte un cicalìo e cerca di rintracciare quest'unica forma di vita oltre alla sua, Si avvicina ad un campo colmo di spighe, ma finisce per accorgersi che sia il campo che le cicale sono di metallo. Ed il brano presenta questa struttura tripartita, dall'inizio pesante ed industriale che descrive il mondo postatomico, il risveglio apparente dell'uomo e la Natura, e il ritorno a suoni cupi per il finale desolante, per la fine del sogno. Anche la copertina con il girasole che sembra un sole metallico, ammalato, è ispirata a questo pezzo, che fra l'altro ospita la presenza di Francesco Magnelli, tastierista dei CSI.


Siete soddisfatti della produzione dell'album da parte di Gianni Maroccolo?


MIRKA: I suoni sono risultati più o meno come li avevamo già immaginati. Gianni ci ha consigliato solo di allungare o accorciare qua e là. A volte lo avrei voluto più presente nella produzione, ma ho capito che fa parte della sua volontà di farci camminare con le nostre gambe anche sotto l'aspetto concretamente produttivo.


Potete descriverci qual'è il clima di lavoro attorno ad un disco nel Consorzio?


FILIPPO: Il nostro disco ha attraversato due momenti diversi. La prima parte risale a Giugno '96 quando abbiamo riversato la parte musicale e le voci guida delle prte vocali. Poi il progetto ESCORIANDOLI (a cui il duo ha partecipato, n.d.r.) e la pausa estiva ha fatto slittare ad Ottobre il missaggio finale. Credo che il Consorzio assomigli ad una normale impresa commerciale, fatta di ritmi di lavoro pianificati, di necessità di budget, etc. Forse la differenza sta nel tipo di musica prodotta, fuori dai normali schemi commerciali. Non lo vedo come una grande Famiglia...



MIRKA: Anche se un atmosfera "familiare" c'è, visto che si mangia assieme, si gira assieme, si litiga pure assieme...


C'è uno scambio musicale fra i vari gruppi del Consorzio?


FILIPPO: Non per quanto riguarda la realizzazione di questo disco, perchè rappresanta la testimonianza di due anni di lavoro con Mirka, ed è un passaggio verso lavori diversi. Ma non mi sento influenzato in maniera significativa dagli altri gruppi.


Ancora a proposito di un altro testo. Quello di TERRARIDA...


MIRKA: TERRARIDA è lo specchio di questo momento storico nella mia testa. Parla delle lotte razziali, delle lotte fra religioni diverse, fra i vicini di casa, dei membri di una stessa famiglia. Credo nella necessità di credere nella complementarietà delle diversità, perchè il sangue, alla fine, ha ovunque lo stesso colore.


C'è stata un'evoluzione musicale rispetto al demo precedente?


FILIPPO: Secondo me si è trattato soprattutto di un lavoro di produzione migliore, che ha pulito i suoni prima più grezzi... Anche se lavorando con Magnelli in ESCORIANDOLI, e al disco stesso ho capito che creare musica non è solo questione di produrre concretamente suoni con una tastiera e basta. Per quanto riguarda il lavoro di scrittura musicale devo dire che ho sempre avuto molto interesse per gruppi come TRISOMIE 21, che alternavano stacchi brevissmi a strutture musicali dilatate. Anche se il lavoro futuro non rispecchierà più solo questa consapevolezza.


Il vostro duo è destinato ad allargarsi, specialmente dal vivo?


MIRKA: Finora in due siamo riusciti a portare in giro il materiale del disco. Comunque ci siamo resi conto che è necessario rendere più vivo lo spettacolo rispetto ad una struttura che attualmente è vincolato alla registrazione su dat di basi non modificabili al momento. stiamo pensando anche ad un allargamento della formazione, specialmente in previsione del prossimo materiale da registrare.



Intervista a cura di Loris e Leonardo.





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