storie di musica
INTERVISTA AI RED SNAPPER
BIG CLUB - PADOVA, 25 OTTOBRE 1996
PRINCE BLIMEY TOUR
Salve e Benvenuti in Italia. Questa è una
intervista per Discorso Musica. Potete presentarvi ai
nostri radioascoltatori dicendo chi siete, come e quando avete iniziato a
suonare insieme?
DAVID:
Mi chiamo David Ayers e suono la
chitarra.
RICHARD:
Sono Richard Thair e sono il batterista.
D:
Fa parte dei Red Snapper anche Ali Friend al
contrabbasso.
R:
Ed Ollie Moore suona il sassofono e la
melodica.
D:
I RS sono insieme da circa 2 anni e mezzo; abbiamo pubblicato un
CD, che è una raccolta dei nostri primi 3 EP - "Hot
Flush", "The Swanky EP" e "The Snapper
EP" - prodotti con etichette indipendenti. Questi EP fanno parte
dell'album intitolato "Reeled and Skinned", e poi c'è
"Prince Blimey", la nuova uscita di circa un mese fa. Entrambi
sono usciti con la Warp.
Anche Anna Haigh fa parte del gruppo?
D:
Non ne è un membro fisso. E' più che altro
un'amica. Abbiamo registrato tre brani con la voce di
Anna (che forse saranno pubblicati più avanti), ma
non pensavamo fossero adatti per l'album; c'è ancora molto
materiale che non è stato pubblicato.
R:
Utilizziamo le parti vocali come un altro strumento, invece di considerarle
come punto focale. Abbiamo fatto lo stesso anche con Beth
Orton in "In Deep", che è in
"Reeled and Skinned", dove abbiamo cercato di usare la
cantante in modo che la voce si intrecciasse con il suono che stavano
producendo. In futuro potremo lavorare ancora con Anna
così come potremo lavorare con altre cantanti.
D:
Ci sono un paio di persone a cui stiamo pensando. Penso infatti che siamo
sempre stati molto "strumentali", e gli strumenti sono
sempre stati una parte molto importante di ciò che facciamo, ma non
è lo stesso che affermare che non lavoreremo più con delle
cantanti in futuro.
R:
Abbiamo subito forti pressioni negli ultimi due anni, specialmente
da parte delle etichette. La Warp è stata l'unica
etichetta che ci ha fatto firmare un contratto esclusivamente per la
musica. Molte delle altre etichette dicevano "Bene, diverranno molto
bravi quando avranno una cantante". Per quanto ci riguarda non abbiamo
mai affrontato la questione in questo modo, ci siamo sempre considerati i
tre membri centrali. I Red Snapper sono sempre stati un
gruppo strumentale. Questo non significa che in futuro non lavoreremo con
cantanti. Ma rimane sempre un fatto secondario per noi.
Che cosa ha fatto nascere il vostro gruppo? Qual è stato il vostro
punto di incontro?
R:
Circa due anni e mezzo fa noi tre stavano lavorando in gruppi
diversi. Ci conoscevamo semplicemente perché vivevamo tutti
a Londra e suonavamo. All'epoca avevo una mia etichetta discografica, la
Flaw Recordings, che è l'etichetta su cui abbiamo
originariamente pubblicato i Red Snapper. Io stavo
producendo molti dischi di musica tecno e
house, e prima ancora avevo prodotto anche dischi di
musica hip-hop e jazz, e una specie di
twisty-jazz. In realtà volevo solamente fare qualcosa di diverso.
Conoscevo David molto bene, e stavamo suonando con una cantante il cui nome
è Heather Nova; ad un certo punto abbiamo
realizzato di avere molto in comune, e di voler fare qualcosa di
diverso. Conoscevamo anche Ali e sapevamo che suonava
il contrabbasso: abbiamo semplicemente cominciato a suonare insieme. Non
è stato come dire "Ok, formiamo un gruppo"; ci siamo semplicemente
ritrovati insieme a suonare musica, all'epoca assieme anche ad un
sassofonista chiamato Allan Riding. Avevamo più o
meno quattro accordi che suonavamo una volta alla settimana per
completarli, e poi li abbiamo registrati sopra un quattro piste. Il mio
partner, Dean Thatcher, che è il DJ con cui avevo
l'etichetta, ha sentito la registrazione e ha detto "Bisogna
registrarlo, è molto buono". Questa è l'origine di
"The Snapper". Contemporaneamente stavamo facendo alcuni
concerti in piccoli club di Londra. C'era un club dove andavano molti DJ,
per stare in compagnia e per rilassarsi; in questo club abbiamo fatto il
nostro primo concerto, di fronte ad un pubblico di DJ che era ovviamente
molto critico. E tutti loro ci dissero: "E' veramente eccitante,
è molto originale". Ed era il tempo in cui la
Mo'Wax stava iniziando; c'erano in pratica solo la Mo'Wax
e la Ninja Tunes che facevano ciò che noi stavamo
facendo, e nessuno di loro lo aveva mai fatto dal vivo. E' stato allora che
abbiamo capito che poteva funzionare. Tutto cominciò
proprio allora.
Voi non usate strumenti elettronici nei vostri brani; eppure incidete con
la Warp che è l'etichetta
elettronica per eccellenza: come mai?
R:
Ce lo domandano spesso. Sebbene sia una etichetta
elettronica, penso che soprattutto la Warp sia una
etichetta sperimentale. Se guardi a quello che hanno fatto
i "Sabres of Paradise" e i "Nightmare on
Wax", penso che il nostro posto sia in qualche modo nel mezzo;
quello che stiamo facendo è l'equivalente "live" di quello che loro
stanno facendo. Steven, colui che dirige la Warp, ci ha
visti dal vivo; ciò che lo ha colpito penso sia il fatto che noi si
possa ricreare dal vivo ciò che facciamo in studio di registrazione.
Ciò che gli interessa in noi è anche la natura
sperimentale della nostra musica ed il fatto che abbiamo quella specie
di tocco hip-hop che si ottiene normalmento solo dai
campionamenti. Penso anche che la vedano forse come una possibilità
di apertura: infatti non hanno un gruppo da far suonare completamente
dal vivo; ciò ha certamente costituito un aiuto per la Warp
quest'anno. Conosci i Popes? I Popes in origine avevano
firmato con la Warp anni fa a Sheffield, ed anche i Cabaret
Voltaire hanno avuto a che fare con la Warp. Penso quindi che,
sebbene sia insolito dal momento che la Warp tratta prevalentemente artisti
elettronici, per quanto ci riguarda è una etichetta sperimentale.
Durante il concerto, stasera, hai detto che odiate il
trip-hop. Perché?
Ali:
Perché odio il trip-hop? E' solo un nome, trip-hop.
Non significa nulla. E' solo una immagine che è stata inventata per
cercare di categorizzare la musica e per controllarla ancora una volta;
tutto questo non mi piace.
R:
E' stato un giornalista di Mixmag ad uscirsene con il
nome. E' stato lo stesso con "progressive-house": che cosa
significa? I nostri primi due EP sono usciti molto prima che qualcuno di
loro usasse il nome trip-hop; molte delle ragioni per cui ora veniamo
etichettati così derivano dal fatto che la Warp ha concesso la
pubblicazione di molti dei nostri brani in raccolte di trip-hop. ... La
nostra musica non è trip-hop strumentale, noi la chiamiano
jazz.
D:
Come ha detto Richard, nella nostra musica io vedo del
jazz, un po' di rockabilly,
tecno, dello hip-hop,
surf-music, musica di colonne sonore. Il
trip-hop è una categoria troppo ristretta: l'anno prossimo il
trip-hop sarà qualcosa di cui la gente si sarà stancata e
cercherà qualcosa di nuovo. Quindi preferirei tenermene a parte. Non
vogliamo essere associati con nessuna specie di "scena musicale" o altro,
la nostra musica sia troppo ampia per questo.
Pensate che il jazz abbia influenzato la vostra musica? Se sì, quali
sono i vostri musicisti preferiti?
D:
Sì, mi piace la musica jazz. Uno dei nostri più grandi "eroi"
è Charles Mingus; c'è un brano nel nostro
album, "Get some sleep tiger", che è stato molto
influenzato da Charles Mingus. E' il mio musicista
preferito.
A:
Penso che il problema in questo momento sia il jazz
contemporaneo; per quanto mi riguarda non suscita alcun interesse,
perché in realtà non conduce da nessuna parte. Noi ci
definiamo "jazz"; ci sono artisti come noi, gruppi come noi, che
realizzano un nuovo suono che mi piace, una sorta di "new-jazz". Ma, ad
esempio, ho ascoltato qualcosa di Courtney Pine qualche
settimana fa, ed era folle, con un beat hip-hop molto fiacco e che lui
chiamava new-jazz. Ed è una schifezza. Non dice nulla, non
c'è talento, non c'è passione, è solamente una
dimostrazione di saper suonare molte note.
R:
Il Jazz non consiste nel dimostrare quanto tu sia bravo, il jazz ha a che
fare con l'improvvisazione e con l'anima,
con i sentimenti e la passione.
Siamo stati influenzati da persone come Miles Davis e
Archie Shaw e da una specie di free-jazz.
D:
Questo è il genere di persone che ammiriamo. Molta della nostra
musica è improvvisazione, ed ogni sera quando
la suoniamo è diversa. Non ci sono due concerti uguali:
è una specie di ideale jazz, una sorta di "etica"
jazz. Vogliamo mantenere tutto ciò nella nostra musica,
così come vogliamo che rimangano quegli elementi
grezzi, allo stesso modo in cui Miles Davis lasciava la sua musica
molto grezza, come pure Mingus e Archie Shaw. Non ci piace la musica
troppo morbida e troppo pulita. Questo è quello che intendiamo
quando parliamo di jazz.
E' quindi dal vivo che la vostra musica diventa speciale!
R:
Sì, l'abbiamo sempre pensata da una angolatura
"live". Ma, d'altro canto, sperimentiamo molto con la
tecnologia in studio. Quello che non usiamo sono i sequencer e le
tastiere: ci campioniamo da soli. Usare la tecnologia è
importante per continuare a progredire. Ciò che cerchiamo di fare
dal vivo è di mantenere quel tratto "looped", che
si trova nei dischi di hip-hop o di drum'n'bass, così che quasi
impersioniamo quello che farebbe un campionatore o un sequencer. E poi,
lasciamo che il suono si costruisca attorno a David ed Ali.
Così è diverso sera per sera, almeno per quanto riguarda
David.
Ma non sarebbe più semplice usare una batteria
elettronica invece di avere un batterista a creare un ritmo
jungle?
A:
E' diverso, perché perderesti il tocco. Non puoi ottenere lo
swing semplicemente usando delle batterie elettroniche. C'è
bisogno di un'anima, c'è bisogno anche degli
errori quando suoni. Pure stasera, anche se abbiamo
suonato bene, c'erano molti errori, e questo dà un tocco
umano.
R:
E a volte, quando facciamo un errore, per mantenere quel tocco loop,
semplicemente continuiamo a fare quell'errore così che suoni come un
"bleach" in un campionamento o come un graffio su di un
vinile.
Ormai tutti usano campionamenti e batterie elettroniche, e molti
gruppi si prendono troppo sul serio. Noi abbiamo fatto tutto da soli e
siamo ancora drum'n'bass: stiamo realizzando la nostra versione di
drum'n'bass. Noi ascoltiamo drum'n'bass e molta jungle. Poi, quando
scriviamo, ritorna tutto fuori a livello subconscio. Noi persiamo che sia
semplicemente jazz veloce, perché è questo che è il
drum'n'bass. Sono dei loop jazz che si espandono.
D:
Potremmo fare questa musica con delle macchine, ma non puoi dire alle
macchine di fermarsi; quando stai suonando dal vivo, non puoi dirgli
di suonare un beat un po' più lungo. Non hanno
flessibilità. E non costituirebbe un divertimento per noi come
musicisti. Siamo cresciuti come strumentisti e ci sentiamo molto a nostro
agio suonando. Penso di poter dire che siamo molto migliorati negli anni.
Per noi è meglio far musica con i nostri strumenti, che sono
ciò con cui ci sentiamo a nostro agio; per noi è più
divertente e penso anche che renda il tutto più divertente per il
pubblico che ci guarda.
Che cosa pensate dei musicisti che usano strumenti elettronici, come
Goldie and Photek?
D:
Va benissimo. Non è che pensiamo che sia sbagliato. Per noi funziona
diversamente, ma mi va bene che altri lo facciano.
R:
Ho fatto musica house e techno per quattro anni, usando batterie
elettroniche, campionatori e dischi break-beat, ma... senza essere
arrogante, a noi piace ogni genere di musica; molto
semplicemente, noi lo facciamo dal vivo.
D'altro canto, però, quando remixiamo per altri gruppi usiamo
sequencer e campionamenti; non abbiamo mai detto "Non useremo la
tecnologia".
A:
Non crediamo nelle regole!!!
C'è una raccolta, intitolata "A Cup of Tea", da
Bristol; molti gruppi in questa raccolta usano suoni che assomigliano a
colonne sonore degli anni 70. E' diventato un po' una moda
usare questi suoni... Voi che ne pensate? L'avevate notato?
R:
Siamo stati molto influenzati dalla musica delle colonne sonore. David
è un grande fan di John Barry. Ci piace molto Burt
Bacharach, Morricone, Curtis Mayfield, Isaac Hayes, ma, senza
sembrare ostentato, penso ci sia una differenza fra ciò che noi
stiamo facendo e ciò che "A Cup of Tea" ha fatto.
Penso che semplici campionamenti e suoni tastieristici siano diversi da
ciò che David fa con la sua chitarra.
Egli riesce ad ottenere questo suono fluido orchestrale
perché ha passato anni a studiare musica classica e
musica jazz. Noi tutti siamo stati prima in
orchestre o in gruppi; noi tutti abbiamo già
suonato jazz. Così, senza voler sminuire gli altri,
spero ci sia un po' più di profondità in ciò che
facciamo. E spero di non suonare come delle colonne sonore retro': quello
che stiamo cercando di fare sono delle colonne sonore per il
futuro.
D:
Si, nuova musica per nuovi film.
La vostra musica potrebbe dunque essese la colonna sonora per un nuovo
genere di film; quali pensate siano i più adatti per la vostra
musica?
A:
Qualcosa di abbastanza oscuro, penso.
D:
Si, "Film spaventosi dallo spazio profondo".
R:
Avete visto "L'esercito delle 12 scimmie"? Quello potrebbe
essere un film adatto a noi.
D:
Vedi, ciò che vogliamo fare è in realtà scrivere
musica per uno specifico film piuttosto che qualcuno prenda una canzone che
abbiamo già registrato. Sarebbe molto meglio per noi, e ci
piacerebbe molto di più, scrivere qualcosa specificatamente per un
film.
R:
Annis Harrison, colei che ha curato la grafica per
"Prince Blimey" e che si cura delle proiezioni quando
suoniamo dal vivo, sta iniziando a lavorare nell'animazione e nel cinema.
Quando farà un film noi suoneremo dal vivo,
improvvisando, e in un colpo solo faremo la colonna sonora per questo
film, così che ci vedi mentre suoniamo.
Voi non suonate solo dal vivo come Red snapper, ma avete anche collaborato
con altri artisti. Uno di questi artisti è Ruby,
per un remix di "Paraffin" (veramente un buon lavoro).
Qual è la differenza di approccio nel lavorare con altri
musicisti?
A:
Ci sono molte cose diverse. Per quanto riguarda i remix di
Ruby, in realtà non abbiamo lavorato effettivamente con
lei. Avevamo un brano da remixare ed in genere puoi riversare la cassetta
al computer e poi ci suoni sopra... ma non avrebbe funzionato. Così
abbiamo dovuto fondamentalmente riscrivere completamente una nuova
canzone che si accompagnasse alla sua parte cantata; è strano ma ho
pensato dovessimo tentare. Questo è il motivo per cui ha funzionato
così bene; perché è un suono completamente
nuovo. In generale, lavorare con altra gente è come avere un
nuovo stimolo. E' qualcosa che dovrebbe farti dire, ok, lo
farò: senti qualcosa in una voce, senti qualcosa nella musica
di un altro e diventa molto eccitante. Abbiamo fatto qualcosa con i
Galliano. Andavamo ai loro primi concerti anni ed anni fa
e poi improvvisamente ci siamo trovati a lavorare con loro... e sono super.
Rob è così ispirato. E' proprio super, e devi sapere bene
cosa lui vuole che tu faccia.
D:
Questo è un altro parallelo con il jazz. Gli artisti jazz
tradizionalmente lavorano con molte altre persone; è una
maniera di esprimensi, di fare musica nuova, avere nuove influenze ed
altro... e anche questa etica è parte di ciò che facciamo
Uno dei vostri primi singoli è stato fatto con la collaborazione di
Andy Weatherall. Come è nata questa collaborazione?
R:
Conosco Andy Weatherall da molti anni. Ho sempre voluto
produrre i miei dischi, e quindi bazzicavo nei nightclub con le "white
label" e suonavo i miei dischi. Poi sono stato in un gruppo chiamato
"The Aloof" con metà dei "Sabres of
Paradise"; ho anche suonato le percussioni dal
vivo con i "Sabres". Quindi conosco Andrew da molto tempo e tutti noi siamo
veramente sempre stati coinvolti in ciò che ha fatto: ci è
sembrata una buona idea collaborare con lui. Ci piaceva molto quel che
facevano all'epoca, e Andrew ci ha sempre aiutati molto. Aveva un programma
settimanale su Kiss FM di Londra e programmava sempre
la nostra musica. Ed allo stesso modo dobbiamo ringraziare
Charles Fergusson per averci aiutati ad entrare a far
parte del mondo musicale. Ma Andrew è stato colui che ha fatto
più degli altri. Non so cosa ne pensino Ali e David, ma gli artisti
hanno sempre rispettato Andrew, e lui è uno dei migliori DJ
mondiali.
D:
Penso che "On a dance hall" sia uno dei dischi migliori,
un classico.
R:
Andrew è un DJ che si è fatto conoscere con la
acid-house, ma è anche un bravo DJ
dub, e un bravo DJ hip hop. Possiede una
immensa collezione di dischi jazz. Ha capito immediatamente
ciò che stavamo cercando di fare: ha sempre detto "Il motivo per
cui sono un DJ è perché non so suonare uno strumento".
Se ne intende molto di gruppi e penso sia rimasto molto sorpreso quando ha
incontrato un gruppo che faceva ciò che noi stavamo facendo. Il
risultato è stato che ha realizzato per noi uno dei migliori remix
che abbiamo mai sentito: è veramente bello perché abbiamo
suonato dal vivo il remix che i "Sabres" hanno fatto per noi. Non so se
nessuno ha mai suonato prima dal vivo un remix!.
Pensate che ci siano altri gruppi musicali inglesi in
questo momento che voi sentite vicino da un punto di vista musicale? E che
cosa ne pensate, in generale, della scena musicale inglese
attuale?
D:
Non abbiamo mai pensato alla musica come "questa è inglese, e questa
americana..". Semplicemente consideriamo la musica come una cosa
unica; la ascoltiamo e decidiamo se ci piace o no. Penso ci siano
poche persone in giro che stanno facendo qualcosa di simile, come ad
esempio i "Morphine", che ci piacciono molto, o i
"Dirty Three" o "Barry Adamson". Ed
alcuni di loro sono inglesi, altri sono austrialiani, altri sono americani.
R:
Penso che la dance music in Inghilterra sia la migliore
che sia stata prodotta da anni, e sto pensando al
drun'n'bass, al jazz, allo hip hop ed al
modo in cui queste persone andavano nei club di tecno ed ora vanno in un
night dove ci sia hip-hop e drum'n'bass. E' molto eccitante. E ci sono
ragazzi molto giovani che ascoltano i nostri dischi ed i dischi della
"Cold Cut" e della Ninja Tunes e poi
escono e vanno in cerca di dischi di jazz, anche vecchio jazz. E questo
è molto bello.
D:
Sentiamo spesso della buona musica. Abbiamo appena suonato dei concerti in
Germania e abbiamo avuto dei gruppi supporter che stanno facendo delle cose
veramente interessanti.
R:
D'altro canto penso che la scena indie, la scena rock britannica, il
brit-pop, i Blur e quel genere siano spazzatura. Non mi interessano
per niente.
D:
E' troppo nostalgico per noi.
R:
Non è nulla di nuovo. Penso che i Radiohead siano
l'unico gruppo che sta facendo qualcosa di diverso con quel tipo di suono.
A:
In inghilterra la scena musicale dance gode di ottima salute perché
si sta cercando di fare qualcosa di nuovo. Etichette come la Cold
Cut e la Ninja Tunes stanno facendo delle cose
nuove. Ci sono poi una etichetta di Brighton che si chiama
"Skint" e un tipo che si chiama Norman
Cook e che una volta faceva parte degli
Housemartins, ora sta facendo un album che si chiama
"Fatboy Slim". E' tutto materiale molto interessante, si
sta sperimentando, si stanno togliendo i freni, si stanno provando nuove
cose, e penso sia molto salutare. Non si può continuare a guardarsi
alle spalle, che è ciò che il brit pop sta facendo.
R:
La scena delle etichette indipendenti in Inghileterra è fantastica.
Ci sono "One little indian" e "Mute" e
"Warp" che sono alcune delle etichette indipendenti molto
buone. Ma per quanto riguarda le etichette maggiori, ora più che
mai, hanno perso il senso di dove si sta andando; è solo una
questione di marketing, di soldi, non riguarda la musica. Questo è
il motivo per cui siamo veramente fortunati, proprio perché siamo
con la Warp. Ad ogni modo avremo continuato a suonare la
nostra musica per noi stessi: abbiamo un buon seguito che sta aumentando in
Europa, a cui piace molto il nostro suono e che è preparato ad
aprire un po' le proprie menti.
Quali sono i vostri piani per il futuro?
R:
Dormire!
D:
Abbiamo ancora qualche settimana di tour in Europa, ed il tour sta andando
molto bene. Dopo l'Italia andremo in Svizzera ed in
Polonia, Francia e
Belgio. Poi torneremo a Londra, scriveremo un po' e poi ci
prenderemo qualche settimana di vacanza per Natale. Si è parlato di
fare un tour in Giappone con i "Nightmares on
Wax", forse a Gennaio. Vedremo, prendiamo le cose una alla volta,
anche se stiamo già iniziando a scrivere musica per il prossimo
disco.
R:
Stiamo cercando di creare un suono per il prossimo album. Abbiamo bisogno
di un po' di tempo per trovare un nuovo suono, visto che le cose continuano
ad andare avanti. E poi si sta programmando per l'estate, per i festival,
per i festival europei...
Una ultima domanda: Che cosa significa Red Snapper?
R:
E' un pesce! Si trova nelle Indie Orientali e nei
Caraibi. Lo mangiano molto in Grecia, ma
è essenzialmente un pesce caraibico.
Bene, grazie molte ed arrivederci in Italia.
Intervista a cura di
Loris e
Luca.
Traduzione di Sandra PERAZIN.