Cinema
LO SCHERMO VELATO
(The Celluloid Closet)
Rob Epstein e Jefrey Friedman


In Italia questo film è circolato nella versione originale sottotitolata grazie all'iniziativa Playbill (a proposito, a quando i risultati?), assieme ad altre scelte azzeccate, come il notevole "Irma Vep" di O.Assayas.
Si tratta di un'opera di fiction documentaristica, che "rilegge" un secolo di cinema hollywoodiano cercando di istruire un percorso critico sull'icona dell'omosessualità (maschile e femminile), avendo cura di evidenziarne gli "snodi" storici sul piano del costume sociale e le "dissimulazioni" dolorose (ma vitali) operate dal sistema cinematografico all'apparire del famigerato "codice Hays".
Scopriamo così che il pubblico di inizio secolo poteva tranquillamente "vedere" l'omosessualità al cinema (sia pure attraverso le lenti deformanti del pregiudizio) più di quanto non sarebbe poi accaduto nell'immediato dopoguerra fino alla "liberazione" fra i '70 e gli '80. Il montaggio è simmetricamento diviso fra documenti originali (godibilissima la sezione dedicata allo "Spartacus" di Kubrick, dove le sequenze delle scene "virili" vengono rilette secondo le reali intenzioni omoerotiche degli sceneggiatori, all'insaputa degli stessi interpreti...) e interviste ai protagonisti di questa sotterranea "militanza" omosessuale nello starsystem americano.
Ciò che danneggia, alla fine, questa pure interessante opera documentaristica, è la necessità di "spettacolarizzazione" a tutti i costi del percorso filmico (non è ben chiaro, per esempio, il grado di autocoscienza che i gay che operavano nel cinema dei '50 - '60 possedessero intorno al loro lavoro, mentre poco o nulla ci viene detto di come il pubblico reagisse -o fosse connivente- al codice di censura), a danno di una riflessione critica, che, o manca del tutto o finisce per essere piuttosto superficiale (almeno per il gusto di noi europei).
Manca infine una finestra sulle attuali strategie di "liberazione" di questa icona cinematografica , poichè se è vero che non vi è più un "codice Hays" ad occultare la presenza del' omosessualità al cinema, rimane comunque il diaframma dello stereotipo ad imporre nel cinema pesanti ipoteche sulle figure gay che il pubblico "vuole" vedere (prendete l'equazione lesbismo=amoralità da "Thelma e Louise" fino al più recente "Bound")

Leonardo (01-03-1997)





[Indice]
[Aiuto]
[Cos'è DM] [Chi è DM] [Storie]
[Recensioni] [Visioni] [Letture]
[HomePage]
[Tempozero]



© 1998 Discorso Musica
Realizzato da TempoZero