Cinema
(IN)TOLERANCE
Il Film Infinito

Cinema Senza Confini
Arci Nero e Non Solo
in collaborazione con
Rinascimento
ANAC-AIC
curatori del progetto:
Roberto Giannarelli
Massimo Guglielmi
Marco Puccioni
Roberto Torelli
La prima TV avverrà il 21 Marzo 1997 sulla RAI


Ci si sono messi in mille per dare la loro definizione di "intolleranza" nella lingua che meglio conoscono: quella del cinema. Sono gli autori, registi, attori e tecnici che con l'associazione "Cinema Senza Confini" ed assieme ad Arci "Nero e non solo" hanno colto l'anniversario del celebre insucesso di Griffith ("Intolerance" appunto, del 1916, che prendono a prestito nel titolo) per raccogliersi in ordine sparso intorno a questo concetto e sviluppandolo in una piccola costellazione di "corti" (non più di 5 minuti, con rare eccezioni).
Il risultato di questo sforzo del tutto gratuito (anche i volti noti presenti, una volta tanto, non hanno percepito nemmeno il classico gettone di presenza) è complessivamente diseguale. Non vi è stata selezione (e non ci poteva essere, essendo questo primo progetto di "prova" ed assolutamente spontaneo) e questo, nel bene e nel male, segna la forza del laboratorio: lasciare che intorno ad un concetto scomodo e sdrucciolevole si aggreghino libere intuizioni e provocazioni (e, pure, in questo senso ci sono cadute di tono).
L'intolleranza si apre così a paradigma dei comportamenti economico-sociali del libero mondo occidentale, la si insegue nelle sue pieghe strapaesane e nelle sue inquietudini ontologiche (da segnalare in questo senso l'autofagia dell'identità individuale nella società del benessere nell'intrigante "self-service" di Mariano Cimino con Daniele Formica), si lascia che si manifesti semplicemente nelle testimonianze degli immigrati o la si mette in scena con il buon vecchio armamentario della commedia all'italiana (piacevole "Sul mare luccica" di Paolo De Vita e Mimmo Mancini, potabile con riserva Prima Linea, di Giorgio Treves con Luca Barbareschi e Paolo De Vita, prezioso Giochi di Società di Andrea Prandstraller).
E' probabilmente per rendere più incisivo questo progetto che nel 1997 si opererà una selezione e, soprattutto, una apertura a cineasti stranieri e, forse, extraeuropei (pare che a Venezia si siano lasciati coinvolgere Ken Loach e Otar Ioseliani). Restano altri dubbi, propri più del mezzo che del contenuto: quanti effettivamente potranno vedere Intolerance (che per il momento è stato proiettato solo a Roma, Firenze, Napoli e Padova) visto che solo la Mikado Distribuzione si è offerta di mandarlo nelle sale ed in quali contesti (ci piace immaginare questi corti a zonzo non solo per i centri sociali e università, ma anche scuole medie ed elementari, parrocchie e magari, pechè no, prima di qualche grande evento sportivo, su mamma Rai non osiamo nemmeno più sperare) si potranno vedere. Ma sopra ogni altro il dubbio che, esorcizzato il "babau" dell'intolleranza in un paio d'ore di catarsi estetica e trepida commozione, non si torni ad essere quelli di prima.

Leonardo (02-12-1996)





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