Probabilmente l'alone di maledettismo che circonda questa opera
seconda di Boyle sta tutta nella unica vera
protagonista annunciata e mai apparsa di questa pellicola:
l'eroina. Se il cazzeggiamento di questi
lombrosiani post-teen agers di Edimburgo fosse gravitato
attorno al disagio liceale, al sesso, alla disoccupazione, forma e sostanza
del film non si sarebbero spostate di un millimetro
(Random avrebbe comunque indossato la sua T-shirt e le
scarpette adidas e noi ci saremmo sorbiti comunque Born Slippy
degli Underworld in testa ed in coda): confezionare con
l'alibi della tranche de vie un lungo clip stile
MTV, con le poche buone cose a livello di intuizione registica
rubate a Clockwork Orange (Arancia Meccanica) di Stanley
Kubrick.
Non sappiamo quanto il film resti fedele alla sceneggiatura del libro di
Welsh da cui è stato tratto. Ma certo esso
è praticamente nulla (colpa solo del doppiaggio?) sul piano
linguistico (e, di riflesso, su quello sociologico). Il preteso
sguardo amorale del regista su Random e c. cristallizza gli attori in
grotteschi guitti della deriva post-industriale inglese: al racconto di se
stessi e della realtà che li circonda, anche solo per confutarla e
negarla, essi sostituiscono la fastidiosa (perché già vista)
riproposizione di caratteri da commedia dell'arte da pieno tatcherismo, con
l'iperviolento, l'imbranato ma buono, il dandy senza scrupoli ed il
frullato eroico dei tre, Random appunto.
Con i personaggi scompare la storia, ed il filo degli eventi
(ovvero la deriva dei protagonisti) si scompagina in una più o meno
leziosa carrellata di deja-vù (dalla sequenza
iniziale al furto kubrickiano del delirio onirico di Random,
passando per l'ormai trito ritratto della working class family-in-interno,
che nemmeno per ridere Ken Loach rappresenterebbe più
così...) che la voce narrante è impegnata a tenere
faticosamente insieme (non sappiamo quanto volontario sia il preoccupante
sand-go dello script), per permettere a Boyle di riciclare in chiave MTV
quanto rimane del talento visionario della
angry-generation inglese.
Se
a tutto qusto aggiungete che al film hanno appiccicato una colonna
sonora di brit-pop e chincaglieria da classifica di cui nella
pellicola non c'è neanche l'ombra...
Leonardo (16-10-1996)
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