wim mertens
JARDIN CLOS
Les disque du crepuscule - Materiali Sonori
copertina Jardin Clos


Come troverete anche nell'intervista rilasciataci da Mertens stesso, Jardin Clos riannoda il percorso compositivo della "Petit Ensemble Music" come egli stesso l'ha spesso definito e che sembrava essersi fermato con il bellissimo Shot and Echo / A sense of place.
Molta attesa derivava anche da alcuni percettibili segni di involuzione del precedente Jeremiades: una tendenza pericolosa all'avvitamento della voce sul piano e viceversa, che sembrava soffocare le finalità comunicative dei suoi lavori per pianoforte (quel "telling stories" di cui va fiero).
Qui il respiro è tornato a farsi ampio (e non solo per l'organico orchestrale di cui si avvale): anzi, è da rimarcare un nuovo tocco di "levità" romantica grazie alla chitarra di Peter Verbraecken in "As hay in the sun" ed in "Pierced Heart"; al piano trattato in "A Secret Burning"; gli archi di "Hedgehog's skin" e in "Not me", che rinnovano quel personalissimo bagaglio minimalista che lo contraddistingue.
Completano questo bellissimo disco (che oseremo definire di "transizione", perchè sembra già contenere i germi di una successiva evoluzione) una "Often a Bird" che per certi versi rimanda inconsapevolmente alla wave romantica di In the Nursery, e le tipicamente "mertensiane" Wound to Wound, Out of the Dust e A Secret Burning.
E, per cortesia, toglieteci Mertens dagli scaffali new-age...

Leonardo (18-11-1996)





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