Febbraio 2006 |
Mer 25 Gen 2006 |
Mer 18 Gen 2006 |
Mer 11 Gen 2006 |
Mer 4 Gen 2006 |
Dicembre 2005 |
Mercoledì 25 Gennaio
La Playlist del 2005
Mercoledì 18 Gennaio
Leonardo
Jahcoozi,
Quio,
Anna Clementi,
Kronos Quartet and Asha Bhosle,
b. fleischmann,
A Northern Chorus,
Architecture in Helsinki,
Clue to Kalo,
Caribou,
Bell Orchestre,
Au Revoir Simone,
Meganet presenta The Solvents, da Sundays In Spring.
Cocteau Twins,
Grouper,
Aoki Takamasa e Tujiko Noriko,
Avia Gardner,
George,
Skoud.
Mercoledì 11 Gennaio
Luca
Saint-Germain-des-Prés Café 7,
Lord Large,
Max Berlin,
Gianna Nannini e Apparat,
Meganet presenta la playlist 2005: Sepia hours, The London Apartments, Keplar compilation, FusedMARc, Intelligent Toys 2.
Dj Hell e Billie Ray Martin,
Chris and Cosey,
Optimo,
Mondo R,
Mercury Rev vs Chemical Brothers,
Death Cab for Cutie,
Editors.
Mercoledì 4 Gennaio
Megaphone non è andato in onda
Mercoledì 25 Gennaio
Playlist 2005 | MEGAPHONE | Luca | Leonardo | Livio |
vv.aa. | Verve Remixed volume 3 | x | ||
13 & god | 13 & god | x | ||
Alias & Ehren | Lillian | x | ||
Antony & the Johnsons | I Am a Bird Now | x | x | |
Blindfold | Blindfold | x | ||
Broadway Project | In finite | x | ||
Caribou | The Milk of Human Kindnes | x | ||
Cocorosie | Noah's Ark | x | x | x |
Coldplay | X & Y | x | x | |
Editors | The Back Room | x | ||
Engineers | Engineers | x | ||
Four Tet | Everything Ecstatic | x | ||
Alessandro Grazian | Caduto | x | ||
Headphone Science | With Lines So Clean | x | ||
Maximilian Hecker | Lady Sleeps | x | ||
Matthew Herbert | Plat du Jour | x | ||
La Crus | Infinite Possibilità | x | ||
m.i.a. | Arular | x | ||
Malcolm Middleton | Into the Woods | x | ||
Monoceros | When I Was a Child I Wanted to be an Astronaut | x | ||
Nine Horses | Snow Borne Sorrow | x | ||
Odd Nosdam | Burner | x | ||
Marco Parente | Neve ridens pt 1 | x | ||
Sigur Ros | Takk | x | x | |
Telepopmusik | Angel Milk | x |
La playlist del Presidente del Fan Club | |
vv.aa. | verve remixed 3 |
antony & the johnsons | i am a bird now |
architecture in helsinki | in case we die |
alessandro grazian | caduto |
mariposa | pròffiti now! |
offlaga disco pax | socialismo tascabile |
sao paris | movimento |
sigur ros | takk |
sleater-kinney | the woods |
soulwax | nite versions |
Lunedi 30 Gennaio
Much Against Everyone's Advice, 1999; voto: 2 su 5.
Leave the story untold, 1996; voto: 2 su 5.
I primi dischi dei Soulwax sono decisamente rock. Ma tanto rock, tantissimo, verrebbe da dire passatista, togliendo un po' del dispregiativo presente nella parola. Solo in Much Against... qui e lì compare qualche accenno elettronico, qualche tentativo di uscire dal seminato. Poca roba, co>munque.
Venerdì 27 Gennaio
French Cuisine, 2005; voto: 3 su 5.
Oh, ecco il trip-hop, il jazz e il soul che ritornano in musiche cinematiche e qualche canzone. Nulla di nuovo, nulla di originale, nulla che lo distingua da altri epigoni del genere, se non una buona fattura ed un piacevole ascolto. E per passare tranquillamente un'oretta, va bene così.
domenica 29 Gennaio
The Brave and the Bold, 2006; voto: 2 su 5.
Trattasi di dieci cover dieci (Elton John, Bruce Springsteen e Devo, tra gli altri), cantate da Will Oldham e suonate dai Tortoise. E non riesco a trovare un buon motivo per consigliarne l'ascolto.
Sabato 28 Gennaio
Underarms and Sideways, 2005; voto: 2 su 5.
Smile's Ok, 1998; voto: 3 su 5.
Dopo i This Mortal Coil, Ivo Watt-Russell ha formato The Hope Blister, seguendo sostanzialmente lo stesso concetto. Nel disco Smile's Ok abbiamo un po' di cover (Sylvian, Slowdive, Cranes), musicate e cantate alla This Mortal Coil. Poi, primo salto mortale, Underarms. Uscito nel 1999 ma venduto solo per corrispondenza, sono rielaborazioni, trattamenti (stravolgimenti) ed outtakes del precedente. Ritorna adesso, in edizione doppio CD, con un secondo salto mortale, Sideways, dove si remixa (si dilata) il remixato. E se il disco originale aveva tutte le atmosfere dei TMC, ma senza la potente carica emotiva dei TMC, il nuovo doppio è molto atmosferico (mi ricorda molto i due dischi di Sylvian con Czukay) e non all'altezza delle opere precedenti.
Giovedì 26 Gennaio
Briefly Shaking, 2005; voto: 3 su 5.
Cotanta figlia (il padre Jan vi dice qualcosa?) se ne esce con questo breve disco, in cui canta canzoni allegre e delicate, ben arrangiate, con voce e composizione dignitosa. Siamo nel pop, con ovvie contaminazioni dal jazz di famiglia, che lo rendono discretamente ascoltabile senza problemi.
Mercoledì 25 Gennaio
Black One, 2005; voto: 2 su 5.
Disco pesantissimo, faticosissimo da finire. Si parte dal metal per renderlo progressivo, con lunghe pause di rumore (o meglio, di droni rumorosi) e chitarre sostenute. Roba tosta, ma per quanto mi riguarda di una noia, ma di una noia...
Martedì 24 Gennaio
Whatever people say I am, that's what I'm not, 2005; voto: 2 su 5.
Si tratta forse dell'ennesimo "hype" della stampa britannica, che li sta pompando ossessivamente, tanto che stanno vendendo montagne di dischi, con questa robetta che ricalca la vecchia new wave senza avvicinarsi nemmeno, poca roba che dura il tempo di un viaggio verso il lavoro, arrivandoci più tristi di quanto si è partiti? La risposta è sì.
Lunedì 23 Gennaio
Brassbound, 2005; voto: 2 su 5.
Ancora pop-rock dall'Inghilterra. Canzoncini fresche, allegre, che scorrono via e si dimenticano subito. Appunto.
Sabato 21 Gennaio
Solace, 2001; voto: 2 su 5.
Instinct, 2000; voto: 3 su 5.
Empathy, 1998; voto: 3 su 5.
Un clone dei Cocteau Twins fuori tempo massimo, con qualche gene dei Lamb. Un duo (lei canta, lui suona) che nonostante questo pesante fardello, riesce dignitosamente a fare dei dischi ascoltabili (Empathy, sicuramente, Instinct un po' più pop), e una sorta di Best Of (Solace) che dice nulla, soprattutto nell'inutile secondo cd accluso di remix.
Giovedì 19 Gennaio
MahaMaya - The Remixes, 2000; voto: 2 su 5.
State of Bengal, Transglobal Undeground, Fun Da Mental, tutti i pionieri del suono meticcio arabo e indiano, remixano un disco di questo signore, Dj algerino ma stabile negli Stati Uniti. Sentito adesso, è roba datata.
Mercoledì 18 Gennaio
Dreamtime, 1984; voto: 3 su 5.
Dreamtime Live at the Lyceum, 1996; voto: 2 su 5.
Un classico, il primo disco del nuovo corso dei Cult, ed una brutta copia, la versione dal vivo dello stesso disco. Un classico, perché c'è molta energia, c'è molto divertimento, senza gli eccessi retorici posteriori. I classici si riascoltano sempre volentieri.
Martedì 17 Gennaio
Little Window, 2001; voto: 3 su 5.
Love's Small Songs, 2002; voto: 3 su 5.
Artista straordinariamente simile and Antony (e i Johnson), solo qualche anno prima. Travestito, arpista e fisarmonicista, due dischi, piuttosto simili, con voce e piano solo, di soul strappalacrime; ma la voce, benché pregevole, non suscita le stesse emozioni. Ma è un bell'ascoltare lo stesso.
Lunedì 16 Gennaio
And Also The Trees 1980-2005, 2005; voto: 3 su 5.
Un tuffo nel passato, per raccogliere una manciata di canzoni di questo gruppo, oscuro nella famma e nei fatti, ma che, in qualche suo modo, piccolo, degno e di nicchia, ha rappresentato un bel pezzo di new wave.
Domenica 15 Gennaio
L'apertura, 2005; voto: 4 su 5.
Registrazione live che documenta il tour di Nada, icona pop leggera ma poi grande cantante/autrice, e Massimo Zamboni (CCCP, CSI, solista), in cui brani dell'una e dell'altro si intrecciano, reinterpretati. Ci sono momenti in cui pare di sentire un Ferretti al femminile, altri casi in cui il buon pop domina, ma la voce arrabbiata e dolce e le chitarre grattugiate di Zamboni compattano il tutto per dare luogo ad un disco ben cantato, ben suonato, bello.
Mysterious Skin, 2005; voto: 3 su 5.
Colonna sonora dell'omonimo film (che mi sono perso, ma è di Gregg Araki, ed è perfino passato a Venezia), a cura di due vecchi amici, Guthrie (già nei Cocteau Twins, per i più giovani) e Budd (enorme compositore della scena spermentale ed ambient). Le atmosfere sono quindi eteree e leggere, delicate e sinuose, che però tendono a ricordare i bei tempi andati piuttosto che dimostrare qualcosa di nuovo. Disco "alimentare" o comunque destinato al fondo pensione, ma con una certa dignità.
Sabato 14 Gennaio
Film Works 1995-2005, 2005; voto: 2 su 5.
Ma quante cose fa questo Craig! Qui si trovano raccolti dieci anni di colonne sonore, alcune decisamente belle e storiche (Moulin Rouge, ad esempio), altre meno appariscenti ma ugualmente belle, altre infine commenti sonori alla pellicola di puro mestiere. L'impressione che si ottiene è che sia la colonna solora nel suo insieme, e non i singoli pezzi, ad essere interessante o meno; ne segue che il disco ha degli impressonanti alti e bassi, che lo rendono piuttosto inutile. Meglio rivolgersi alle colonne sonore originali.
Wax Lips And Hummingbirds, 2005; voto: 3 su 5.
Leggeri ma gradevoli, questo gruppo americano mescola pop allegro con del rock indipendente, tenedo presente la lezione shoegaze e di un certo cantautorato malinconico. Nulla di eclatante o memorabile, ma divertenti.
Giovedì 12 Gennaio
Explain Freedom, 2005; voto: 2 su 5.
Esce per la City Center Office, mia personale etichetta di culto, ma delude un po'. Musica ambient di stampo classico, con qualche sporcizia low-fi sparsa e qualche ingenuità. Nel complesso, tuttavia, non brilla, ed alla fine annoia anche.
Mercoledì 11 Gennaio
So Still, 2005; voto: 2 su 5.
Questo signore ha partecipato come voce a vari brani di Zero 7, e, come altri, se ne esce con un disco solista (cui partecipa, ovviamente, uno degli Zero 7). Il disco è fondamentalmente pop-soul, come molti beceri risultati patinati che si vedono nelle TV musicali. Insomma, un Terence Trent D’Arby un po' meno pop.
Martedì 10 Gennaio
Reprise! When Jazz Meets Pop, 2005; voto: 2 su 5.
L'idea è ancora la solita: pigliare classici pop e reinterpretarli secondo stilemi Jazz. Solo che i brani spaziano dal pop al rock, a qualche cosa meno pop (Radiohead), e le reinterpretazioni, più che al jazz, fanno riferimento al pop sofisticato. Pochi i brani riusciti (Senor Coconut che disinnesca Smoke on the Water inserendo fiati e percussioni brasiliane), soprattutto quando si limitano ad asciugare l'originale dagli orpelli pop e spingere su versioni minimali.
Lunedì 9 Gennaio
First Impression of Earth, 2005; voto: 3 su 5.
Benché io sia personalmente (e storicamente) lontano da certa musica, questo disco non è per nulla male. Rock della più bell'acqua, ben rinfrescato dalla modernità, senza eccedere. Saranno anche alla moda, ma c'è arrosto sotto il fumo mediatico.
Domenica 8 Gennaio
Gilles Peterson presents the BBC Radio 1 Sessions, 2005; voto: 2 su 5.
Doppia compilation live con un po' degli artisti che sono passati per il programma radiofonico di Gilles Peterson. Ci sono molti grandi personaggi (Bjork, Herbert, NERD, Beth Gibbons, Zero 7, Roisin Murphy...), ma nessuna delle tracce presenti vale l'acquisto; ed neppure tutte assieme si giustificano. Disco da acquistare solo se non avete di meglio.
Sabato 7 Gennaio
Unfortunately, 2005; voto: 1 su 5.
Questo disco è nato in tre sere di improvvisazione, ed è abbastanza brutto. Ci sono suoni concreti, lunghe note tenute, qualche strumento, campioni presi dalla televisione, tutto ammassato assieme, in qualcosa che riesce a disturbare l'ascoltatore. Il primo brano, dal titolo paradigmatico "fuori dallo sgabuzzino", rende abbastanza bene l'idea.
Way Their Crept, 2005; voto: 2 su 5.
Allora, qui c'è 'sta tizia che canta (mugugna, meglio), suona qualcosa come tastiere, chitarre forse, il tutto sovrapposto in strati di "drone". C'è parecchia noia, anche se il suono è abbastanza originale.
Venerdì 6 Gennaio
Collisions, 2005; voto: 2 su 5.
Lasciato alle spalle il post- e l'indie-rock, i Calla si buttano sul pop-rock. Così facendo, annacquano i loro tratti salienti, per finire in un gran calderone di gruppo dove emergere è veramente difficile (ma anche no, basta avere adeguata promozione). Il disco non è brutto, ma dice proprio nulla di nuovo.
Occhi chiusi, 2005; voto: 3 su 5.
Dignitosa musica pop italiana, sulla scia dei Perturbazione con innesti tipo Smith. Un occhio ai testi ed uno alla musica, un disco forse un po' troppo omogeneo, dal quale non escono "singoli" promozionali che possano tirare la volata ad un buon disco.
Pro Agonist, 2005; voto: 3 su 5.
Drum'n'Bass, abbastanza standard. Ma anche un po' di roba blipposa, come l'etichetta (planet mu) vuole. E se il d'n'b è piuttosto stantio, più divertente la parte elettronica che lo rinnega/rinnova, veloce e volendo danzereccia, con qualche suono strano che non guasta.
Giovedì 5 Gennaio
Ingrembo, 2005; voto: 3 su 5.
Esce per l'etichetta dei Casino royale (che partecipano qui e lì) questo disco con molta carne al fuoco: hip-hop, elettronica, blues, melodie tenuamente pop; non colpisce al primo impatto, ma poi rimane in sottofondo, richiedendo di essere ascoltato.
Sofa Surfers, 2005; voto: 1 su 5.
Una volta erano i rincalzi della battuta bassa viennese. Devono essere passati attraverso una forte ristrutturazione, perché in questo disco fanno molto soul, anche troppo, stiracchiando quegli elementi già soul della vecchia produzione ed eliminando praticamente tutto il resto. Così facendo però, sono difficilmente distinguibili dai molti produttori di pop soul del grosso giro, senza essere, come questi, fortemente pubblicizzati.
Like Oooh, 2005; voto: 3 su 5.
Quio è la persona che sfoga le velleità hip-hop di AGF, che produce, compone, remixa, insomma è onnipresente in questo disco. Quio scrive un po', canta un po', compone un po', appare un po'. Il risultato è proprio quello che ci si aspetta: la versione hip-hop di AGF, appunto.
Pop Ambient 2006, 2005; voto: 2 su 5.
Pop Ambient è una serie di compilation (questa dovrebbe essere la sesta) della Kompact, in uscita verso la fine di ogni anno, che cerca di indirizzare alcune tendenze dell'anno che verrà. Abbiamo qui una serie di brani molto morbidi, poco ambient e poco pop, insomma, elettronica leggera d'ascolto in sottofondo. Che si dimentica subito.
Mercoledì 4 Gennaio
Shopping For Images, 2005; voto: 3 su 5.
Si tratta di tre amene fanciulle svedesi che devono molto musicalmente a Bjork, ai Mum ed altri nordici. Del loro ci mettono un po' di strumenti acustici, ed un senso generale di indeterminatezza che avvolge il tutto. Il risultato è un simpatico disco, a metà strada tra leggerenza e sperimentazione.
Microsolutions to Megaproblems, 2005; voto: 2 su 5.
Microsolutions to Megaproblems è una sotto-etichetta della soul Jazz dedita alla pubblucazione di singoli di musica elettronica. Questa compilation raccoglie il meglio (!) di due anni di pubblicazioni viniliche, dove si trovano terroristi sonori (Kit Clayton, Kid606), bassa battuta (Telefon Tel Aviv) ed altri sperimetnatori (Daedelus, Ammoncontact), alcuni come produttori di brani, altri come remixatori. Il risultato mi pare però piuttosto scialbo, soprattutto tenuto conto che dovrebbe essere una raccolta di brani nati per avere successo come singoli.
Remembranza, 2005; voto: 2 su 5.
Il terzo disco di questo compositore messicano lascia da parte i clic, blip e glitch, per fare musica strumentale elettronica (e campionata, anche se non sembra) più oscura del solita, fuori da ogni ritmo e da ogni stile (mattoni da otto minuti circa, inframezzati da sketch di pochi secondi). Salta fuori un disco difficile, che non invoglia al riascolto, e che quindi elimina alla radice il necessario approfondimento.
Small Talk Kills Me, 2005; voto: 3 su 5.
Sembra un disco di glitch-pop, se non fosse all'ascolto un po' più difficile del solito. Poi si cercano informazioni sull'autore, e si scopre che il tizio dietro il nome Calika ha lavorato con (e pubblica questo CD per l'etichetta di) Mark Clifford (Seefeel, il nome dice nulla?); ed è proprio con quel tipo di ambient ed elettronica che i suoni glitch sono mescolati. Nel complesso un disco non banale, che richiede ripetuti ascolti per essere compreso.
Martedì 3 Gennaio
Distance, 2005; voto: 2 su 5.
Under Wires and Searchlights, 2003; voto: 2 su 5.
Due dischi molto simili: trame elettroniche molto zuccherose, una specie di ambient piuttosto melodica, con l'ultimo disco leggermente più oscuro del primo. Non sono brutti, ma non sono neppure particolarmente degni di nota.
Lunedì 2 Gennaio
No More Sweet Music, 2005; voto: 2 su 5.
Un disco veramente insipido per questo gruppo belga, che, uscita dopo uscita, affonda sempre più; ripercorrono manierosi la loro formula, stancamente. Qui c'è anche un cd aggiuntivo con i remix del primo a cura di loro stessi, che cerca di dare un po' di vivacità al tutto, ma senza risultato.
Venerdì 13 Gennaio
Noi Saremo tutto
Mondadori Strade Blu, 2004
Lo scrittore più nero d'Italia (inteso in senso letterario) scrive il romanzo più rosso (in senso politico) della sua carriera. La storia è quello di un criminale, la cui carriera parte dal sindacalismo portuale per arrivare alla @quot;Combination". Lateralmente, perversioni sesusali e storia americana, maccartismo, mafia e lotte sindacali. Nella lotta, perdono sostanzialmente tutti, anche se l'epilogo può dare qualche indicazione in più. Come al solito, tutto documentato, quella patina retorica che attrae la lettura, ma la mancanza dei temi apocalittici (tipici dell'altra sua produzione) infiacchisce la storia (si fa per dire).
Sabato 7 Gennaio
John Henry Festival
Minimum Fax, 2002
Dopo il bizzarro eppure fascinoso Intuizionista, questo secondo corposo romanzo di Whitehead è un classico romanzo post-moderno americano, una storia con molti personaggi (a parte di due principali), intrecci e scene su e giù nel tempo, incentrato attorno alla (mitica?) figura di John Henry, spaccapietre. Piace e diverte, con tutti quei corti capitoli che portano avanti la vicenda, inframezzandola con flash-back e flash-forward, che servono ad approfondire la vicenda e le psicologie.
Lunedì 2 Gennaio
Jim Jarmusch
USA, 2005
Un'altra storia in cui Bill Murray si perde alla ricerca di una parte di se stesso. Questa volta è la ricerca di un presunto figlio, alla scoperta di quattro (o meglio, cinque) sue vecchie conquiste, come sempre un pretesto per indagare nel proprio profondo e nel proprio passato. Un film molto ad episodi, godibile senza essere necessariamente un capolavoro.
Lunedì 2 Gennaio
Trattato di Ateologia
Fazi Editore, 2005
L'autore mi irrita profondamente. Scrive in maniera urlata, ammicca, è pieno di astio, bassamente retorico (quanti punti esclamativi!). Così facendo, rende un pessimo servizio alla sua tesi, ponendosi direttamente sulla linea del fuoco; argomenta poco, e scrive conclusioni non supportate (salvo poi lamentarsi che non esiste bibliografia in merito). Oltretutto, presenta come straordinarie notizie già note, senza renderle più chiare o accessibili. Ma la cosa peggiore è appunto il fatto che è tutto concentrato sulla distruzione delle tre religioni monoteistiche (cosa che non ha mai portato da alcuna parte), senza proporre. Cade così proprio nell'errore principale, che lui stesso evidenzia all'inizio, di parlare di ateismo solo come confutazione della religione. Insomma, un'altra occasione sprecata.
Domenica 1 Gennaio
Sabina Guzzanti
Italia, 2005
Non è una grande opera dal punto di vista filmico. C'è semplicemente la storia della mancata messa in onda di Raiot, dopo la polemica seguita alla trasmissione della prima puntata. Interventi di vari personaggi, repertorio, qualche puntata all'estero, ma poco approfondimento sulla censura e sulla satira. Tuttavia, l'obiettivo primario dell'opera è parlare di se stessa, e questo mi pare riuscito. L'obiettivo secondario dell'opera è di mostrare la pochezza dell'informazione in Italia, e questo è riuscito ancor meglio. Povera Italia.
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