Agosto 2010 |
Mer 28 Lug 2010 |
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Mercoledì 28 Luglio
DjZero
Carbon Silicon,
Nouvelle Vague,
Lisa Gerrard,
Charlotte Gainsbourg,
Grimoon,
Asobi Seksu,
Efterklang,
Bell Orchestre,
Beak,
The Flaming Lips,
Samuel Katarro,
Death In June,
The Album Leaf,
Jaga Jazzist,
Eno,
Snow In Mexico,
Mapstation,
Mercoledì 21 Luglio
Leonardo
Up Your Legs Forever,
Jamaica,
Port-Royal,
Divine Comedy,
Mike Debenhan,
Josh Belville,
Finn,
Good Kids Sprouting Horns,
M.I.A.
Mercoledì 14 Luglio
DjZero
Mina,
Mike Patton,
Marc Almond,
Grimoon,
Samuel Katarro,
Il Pan Del Diavolo,
Pgr,
Le Luci Della Centrale Elettrica,
Dino Fumaretto,
Stefano Bollani,
Frakkur,
The Album Leaf,
Asobi Seksu,
Heinali,
Autechre,
Eterea Post Bong Band,
Beak>,
Snow In Mexico,
Mapstation,
Warp.
Mercoledì 7 Luglio
Leonardo
Baustelle,
Mgmt,
!!!,
Kato Ninetails,
The Librarians,
Electric Litany,
Junip,
Mike Debenham,
Hellshank ,
Cocorosie,
The Myna Birds,
The Juliets,
Balor Knights,
Broken Social Scene,
Mogwai,
School Of Seven Bells,
Phlex,
Butterfly Explosion,
Isaac Quatorze,
Pantha Du Prince.
Sabato 31 Luglio
The Road – Original Film Score, 2009; voto: 6 su 10.
Il film dovrebbe essere piuttosto deprimente, e la colonna sonora si accoda. Musiche tristi per accompagnare scene (mi figuro) tristi, molto di maniera e non particolarmente evocative. Solo qui e lì traspare la grandezza degli autori, ma è un po' poco.
Venerdì 30 Luglio
Nightbook, 2009; voto: 6 su 10.
Scorre senza particolari sussulti il nuovo disco di Einaudi. Piano classico orecchiabile, qualche strumento aggiunto qui e lì, insomma nulla di nuovo. Si ascolta, ma non entusiasma.
Giovedì 29 Luglio
Our Secret Ceremony, 2009; voto: 6 su 10.
Doppio ambizioso disco per questi signori del modenese. La prima parte più indie, la seconda più post e kraut. Nel complesso un disco troppo lungo, che si sfilaccia in troppi punti, ma che propone momenti coinvolgenti.
Venerdì 23 Luglio
There Is Love in You, 2010; voto: 6 su 10.
Il nuovo disco di Four Tet non mi entusiasma. I suoni non sono particolarmenti originali, ed i brani raccolgono spunti da molti altri suoni e stili (dubstep, folktronica, ovviamente, jazz lounge) in accordo alle sue ultime frequentazioni. Alla fine il centone non mi convince. Magari provo a riascoltarlo...
Giovedì 22 Luglio
The Flaming Lips and Stardeath and White Dwarfs with Henry Rollins and Peaches Doing The Dark Side of the Moon, 2009; voto: 7 su 10.
Il titolo dice tutto. I Flaming Lips rifanno il disco dei Pink Floyd, e lo rifanno brutto sporco e cattivo, in una parola, rock. L'operazione riesce bene, nel senso che tolgono la patina di gioiello levigato dal vecchio disco, e lo rendono decisamente più sanguigno. Non per utti, ma una operazione che ha un suo senso.
Mercoledì 21 Luglio
Canta De Andrè, 2009; voto: 6 su 10.
Il figlio rifà il padre, con massimo rispetto, anche troppo. Letture calligrafiche, soprattutto nella voce, che, pur ben riuscite, interesseranno solo gli appassionati.
Martedì 20 Luglio
One-Armed Bandit, 2010; voto: 7 su 10.
Il nuovo disco degli Jaga è sempre lo stesso mescolio di jazz post-rock ed elettronica. Però scorre fluido nelle orecchie, e il premere sul post-rock di Chicago (complice McEntire alla produzione) fa sembrare tutto allegro.
Lunedì 19 Luglio
Must Correspond In Pattern EP, 2009; voto: 6 su 10.
Un altro EP per questo duo svizzero di stretta osservanza post-rock. Dignitosamente e strettamente di genere.
Venerdì 16 Luglio
Symbols And Clouds, 2009; voto: 6 su 10.
Una edizione mostruosa (confezione in granito) con un disco che riassume i dischi del 92 e del 95, più un secondo disco con versioni alternative ed inediti dello stesso periodo. Il folk apocalittico nel suo momento migliore è ancora ascoltabile, ma la lunghezza e la pesantezza del tutto, alla lunga stanca un po'.
Giovedì 15 Luglio
IRM, 2010; voto: 6 su 10.
Prendi Beck e mescolalo con la canzone francese d'autore, e metti Charlotte a cantare. L'operazione è un po' collaticcia, ma il disco alla fine non poi tanto male, anche con quella sottile sensazione di già sentito presente in sottofondo.
Magic Chairs, 2010; voto: 6 su 10.
Una parziale delusione il nuovo disco; sarà la grandezza dei precedenti, ma qui mi pare un arretramento su suoni meno magniloquenti e più intimi, che li fanno sembrare uno dei tanti gruppetti indie pop.
Mercoledì 14 Luglio
The Carbon Bubble, 2009; voto: 4 su 10.
Mick Jones (The Clash, Big audio Dynamite) e Tony James (Sigue Sigue Sputnik) assieme (dal 2002) a produrre dischi solo per la rete in libero download. Ma il risultato in questo caso è pessimo. Musiche trite (a volte imbarazzanti calchi), voce da dimenticare, neanche un guizzo importante.
Martedì 13 Luglio
Live in Montreal, 2009; voto: 6 su 10.
Un live solo su Itunes. Non indispensabile, anzi, ma carino e divertente. Quanto basta.
Lunedì 12 Luglio
The Halfduck Mystery, 2010; voto: 6 su 10.
Disco psichedelico, acido, elettrico, parte dal blues ma si intorcola, deriva, sghemba. Colpisce la poetica ed il risultato, ma si fatica a farlo piacere.
Venerdì 9 Luglio
Super 8, 2010; voto: 6 su 10.
Band italo-francese ormai al terzo disco (con dvd d'accompagnamento). Fanno indie-rock, per lo più francese, con buoni brani, voci e strumenti. Manca qualche guizzo che lo avrebbe reso più interessante.
La vita è breve e spesso rimane sotto, 2010; voto: 7 su 10.
Voce e piano e poco altro, un'urgenza espressiva che lo porta a bozzetti grezzi, sfilacciati, ma ironici ed onirici. Brevi composizioni, originali e sghembe, che richiedono certamente una visione dal vivo.
Giovedì 8 Luglio
epyks 1.0, 2009; voto: 6 su 10.
Gruppo scledense (di Schio, VI), piuttosto bizzarro. Direi zappiano, elettronico non tanto, forse post, spesso rock ma sghembo. Insomma, inqualificabile. Ed il disco ne risente, un po' confuso, con solo qualche momento che si ricorda.
Mercoledì 7 Luglio
Beak>, 2009; voto: 6 su 10.
Nei Beak c'è Geoff Barrow, dei Portishead. Ma dei Portishead poco o nulla. Psichedelia a profusione e corrieri cosmici ovunque, invece. Il risultato non è male, ma soffre molto di già sentito.
Martedì 6 Luglio
Oversteps, 2010; voto: 5 su 10.
Il disco è lungo e noioso. C'è un tentativo di ritornare a sonorità ambientali sporcate dal solito glitch e ritmi sbilenchi, un tentativo di allontanare l'incomunicabilità di certi certi dischi precedenti. Ma, appunto, il risultato sa di già sentito ed è inultilmente lungo e noioso (e ribadisco, noioso).
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