UN ANNO DI DISCORSO MUSICA: LUCA


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ALBUMS OF THE YEAR

AUTORI VARI
Undertones III

Curiosa raccolta curata da una sconosciuta etichetta austrialiana dai suoni ovattati e notturni. Si presenta semplicemente come "acid jazz", ma qui c'è davvero molto di più: da una giovane Billie Holiday (tale Deborah Gray, in carne e voce) ad un David Sylvian (campionato).
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AUTORI VARI
Cup Of Tea Records, A compilation

Bristol Sound sposato alle più malate sonorità delle grandi metropoli inglesi per una collezione di materiale scelto tra il meglio di questa label bristoliana d.o.c. Sul tutto aleggia un'aria che oserei definire quasi "dark".

AUTORI VARI
Freezone 3

Ottima compilation doppia giunta così alla terza edizione, curata come al solito da un ex Minimal Compact (Samy Birnbach) sotto mentite spoglie. Un cast di tutto rispetto tra il trip-hop, l'ambient, la jungle e lo sperimentale. Sit down and dance.
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AUTORI VARI
Logical Progression

L'ennesima compilation: questa volta si tratta di una collezione (doppia, se in edizione limitata) di materiale uscito per la Good Looking/Looking Good di LTJ Bukem. Parliamo di intelligent jungle quindi, innovativa e mai banale; in più, molti dei brani potrebbero far parte dei migliori dell'anno in quanto a qualità e anche perché usciti effettivamente su 12".

NENEH CHERRY
Man

Lo so che molti ancora non si fidano di lei al 100% perché è stata troppo commerciale in passato, lo so che questo può anche non essere uno dei suoi lavori migliori, ma "Woman" è eccezionale, "7 seconds" la conosciamo tutti e "Kootchi" sembra rubata dal repertorio dei migliori Cure (non gli ultimi, di sicuro!)
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RED SNAPPER
Prince Blimey

Visti dal vivo (a Padova) ricordano dei Dif Juz (chi li ricorda?) rivisti e corretti; su disco, il loro impatto risente dell'avvento di un certo gusto retrò tanto caro alle colonne sonore di Rota o Morricone, ma anche alle più attuali produzioni di Portishead o Twin Peaks. Grandi.

DJ SHADOW
Endtroducing

Trip hop jazzato da notte fonda: esattamente quello che ci aspettavamo dopo singoli come "Midnight in a perfect world" e "What does your soul look like?".
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LAMB
Lamb

Fisicamente, potrebbero anche essere dello stesso sesso, tanto si assomigliano. Vocalmente, lei è un po' Bjork ed un po' Sinéad O'Connor; musicalmente, lui è un Bukem avventuroso. Ogni brano è una storia a sé stante, ma su tutit scelgo "Gorecky", che ricorda molto le "Hyperballad" dell'islandese appena citata per l'armoniosa costruzione orchestrale al suo interno.

MORCHEEBA
Who can you trust?

E' l'album del quale sono meno convinto: non tanto per la qualità del materiale incluso, ma perché si adagia troppo comodamente sulle solite (ormai) sonorità Portishead senza svilupparle minimamente o comunque aggiungerci quel particolare guizzo che avrebbe reso il tutto più vario e personale. In ogni caso, anche qui la scelta di uno dei brani per uno spot televiso commerciale testimonia la validità del lavoro.
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THE FUTURE SOUND OF LONDON
Dead Cities

Annunciato da un live-show in diretta radiofonica via ISDN non proprio esaltante, questo disco si rivela invece essere fresco e brillante. Dead Cities corregge la consueta rotta FSOL indirizzandosi verso i terreni impervi della sperimentazione (cambiando così l'impostazione prettamente ambientale dei loro ultimi lavori) e stupisce per la varietà degli stili inclusi.


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