Gennaio 2007 |
Mer 27 Dic 2006 |
Mer 20 Dic 2006 |
Mer 13 Dic 2006 |
Mer 6 Dic 2006 |
Novembre 2006 |
Mercoledì 27 Dicembre
Leonardo
Working for a nuclear free city,
Wise in time,
Sophia,
Ampop,
Badly drawn boy,
Broadcast,
Maximilian Hecker,
Uphill racer,
Rhythms del mundo,
Ginevra di Marco,
Fluydo,
Casino Royale,
Assalti frontali,
Meganet presenta D'incise, da Zymogen,
Ensemble,
Múm,
Planet Mu,
Planet funk,
To rococo rot.
Mercoledì 20 Dicembre
DjZero
Arturo Stàlteri,
Giovanni Allevi,
Stefano Bollani,
Ludovico Einaudi,
Wim Mertens,
Pallin,
Whitest Boy Alive,
Meganet presenta Thom Yorke ,
Tuxedomoon,
Peter Principle,
Wise in Time,
Bat For Lashes,
Donna Regina,
Ensemble,
Yasushi Yoshida,
Benoit Pioulard,
Mogwai.
Mercoledì 13 Dicembre
Leonardo
Planet Funk,
Architecture in Helsinki,
Whitest boy alive,
Benoit Pioulard,
Wise in Time,
Ensemble,
Bat for Lashes,
Justine Electra,
Meganet presenta Sheena, (anche su MySpace) tratto da Peteran Records,
Ginevra di Marco,
Assalti Frontali,
Skream,
Squarepusher,
Midori Hirano,
Flim.
Mercoledì 6 dicembre
Megaphone non è andato in onda.
Sabato 30 Dicembre
Working For A Nuclear Free City
Working For A Nuclear Free City, 2006; voto: 3 su 5.
Ovvero, la Madchester aggiornata al nuovo millennio. Sulla scia di Happy Mondays, Stones Roses e compagnia, un disco che parte da sonorità dance, psichedeliche e rock per sporcarle abbastanza con rumore, shoegazing e chitarre funk.
Considera l'aragosta
Einaudi Stile Libero
Adoro DFW. Anche (e forse soprattuto) quando scrive saggi, in quella sorta di giornalismo gonzo (reportage dal mondo del porno), ma anche erudito (recensione di un manuale di scrittura) e politico (analisi di una trasmissione radiofonica). L'ironia, la divagazione e certi aspetti ossessivo-compulsivi della sua scrittura ci sono tutti, e rendono DFW assolutamente inimitabile e grandissimo.
Mi sa che stanotte, 2006; voto: 2,5 su 5.
Produzione Casasonica, e si sente nei suoni, più allegri e curati del solito. Come al solito invece il resto, testi rabbiosi ed antagonisti (forse troppo), tanto che la migliore cosa del lotto è la canzone (sì, canzone) dedicata ad un'anica scomparsa.
Venerdì 29 Dicembre
Body Riddle, 2006; voto: 3 su 5.
Elettronica Warp, ma con un occhio al jazz ed alla ritmica non standard. Non un disco banale né fracassone, tranquillo ma non soporifero, ha qualche buona idea ed appunto buone ritmiche, ma in qualche modo non riesce ad incidere nell'ascoltatore...
Static, 2006; voto: 2,5 su 5.
Dopo i successi dei primi dischi, i Planet Funk, con ennesimo cantante (e comparsata di Jovanotti) in formazione, cercano strade un po' diverse. Dalla dance ad un elettro-pop che guarda indietro (c'è un brano che sembra dei Cure), il viaggio prosegue, ma mancano i singoli riempipista (che forse non cercavano) e qualcosa in più o di diverso che faccia apprezzare il tutto.
Giovedì 28 Dicembre
Orphans: Brawlers, Bawlers & Bastards, 2006; voto: 2 su 5.
Mai stato un grande fan di Tom Waits. Tanto meno in occasione di questa uscita, tre CD zeppi di orfani, appunto. Ovvero, brani che per un motivo o per l'altro non sono entrati nei dischi ufficiali, o sono stati un po' maltrattati nelle uscite. E nei tre gruppi corrispondenti ai tre CD (blues nel primo, country nel secondo, esperimenti nel terzo) ben poche cose son degne di nota; la maggior parte, sono da dimenticare.
Mercoledì 27 Dicembre
Self Defence, 2006; voto: 2 su 5.
Cofanetto con quattro dischi che raccoglie remix di brani noti, qualche inedito e molte porcherie. C'è un nuovo brano (con Ian Astbury dei Cult), con tre remix, molti remix di Never never land, ed altre cose sparse. Sostanzialmente inutile, visto che i remix sembrano fondi di barile riciclati per le festività, e le cose nuove non sembrano tali.
Martedì 26 Dicembre
Plague Songs, 2006; voto: 2,5 su 5.
Una compilation concettuale, su commissione per un progetto artistico, basata sulle piaghe d'egitto, per una prestigiosa etichetta (4AD, nientemeno) e con sulla carta prestigiosi collaboratori (Brian Eno, Robert Wyatt, Laurie Anderson, ma è tutto un name dropping), con brani inediti. In realtà, la cosa è piuttosto scialba, i brani poco incisivi (mi sarei aspettato qualcosa di molto più drammatico e retorico), come se i molti partecipanti avessero lavorato svogliati e tirando via su molte cose.
Tre sono le cose misteriose
Einaudi, 2005
Avoledo, che nei libri precedenti era molto vicino al fantastico, qui attacca il reale. La storia è quella di un procuratore di un tribunale per crimini di guerra, che dovrà sostenere l'accusa nei confronti di un dittatore genocida. Sono pochi giorni che precedono il dibattimento, e ragiona piuttosto sulla famiglia e sui problemi del protagonista che sul processo. La moglie, così vicina e così lontana, il figlio, adottato, che gli schiude molti segreti. Breve e denso, una buona scrittura, non è un thriller, non è fantastico, è un approfondimento di personaggi e sentimenti, come uno scrittore di thriller fantastici potrebbe scrivere.
Lunedì 25 Dicembre
Vv.aa. (Saint-Germain Des Pres Cafe)
Saint-Germain Des Pres Cafe Vol. 8, 2006; voto: 2 su 5.
Capitolo otto. Doppio. Laddove nel secondo disco ci sono teneri virgulti indigeni (leggi, francesi). Sempre in bilico tra Jazz, Elettronica e pop, non se può quasi più. Da mettere in sottofondo impegnati in altre faccende.
Three part Species, 2006; voto: 2,5 su 5.
Bassista dei Japan, polistrumentista, autore in proprio, ecco qui il suo settimo album solo. Ed in sette dischi, non è cambiato molto. C'è sempre il giro di basso suonato divinamente su cui spesso si basa il tutto, qualche voce sparsa un po' straniante (qui anche una normale voce femminile), poliritmi e influenze varie da tutto il mondo. Ma, alla fine, rimane poco, o meglio, rimane l'ennesina pagina di una cosa già sentita (sei volte almeno).
Domenica 24 Dicembre
Spindle, 2006; voto: 2,5 su 5.
Judy Dyble è una vecchia gloria del folk inglese (Fairport Convention, per gli anziani tra voi). E comincia coverizzando Pink Floyd (o meglio, Syd Barrett). Cìè una rinfrescata nei suoni (pur con vecchie volpi come Fripp e Simon House a collaborare), però l'impianto di base rimane quello. Folk inglese, Fairport Convention. se vi piace il genere, un buon disco, ma per quanto riguarda il nuovo, siamo un po' lontani.
Sabato 23 Dicembre
Ys, 2006; voto: 3 su 5.
Avendo presente i suoi primi dischi, nulla avrei scommesso su questo nuovo. Questa signora suona l'arpa e canta, il tutto con piglio folkeggiante, con una voce da gatta miagolante a momenti veramente disturbante. Il nuovo disco vede l'ingresso di altri strumenti, e soprattutto una voce molto migliorata. Merito verosimilmente delll'arrangiatore Van Dyke Parks, della produzione di Steve Albini e del trattamento di Jim O'Rourke.
Venerdì 22 Dicembre
Works 1968-2005, 2006; voto: 2,5 su 5.
Per chi non conoscesse Roedelius, è un signore tedesco musicalmente in giro da più di trent'anni, pioniere della musica elettronica, del Kraut Rock, collaboratore di moltissimi e famosi personaggi (Brian Eno, per citarne uno solo). In questa retrospettiva composta da due dischi zeppi di brani, si ripercorre la sua storia. Che lascia molti punti brillanti e purtroppo molti oscuri, lì dove lascia perdere sperimentazione e concettualità per buttarsi su cose più facili, che gli riescono malissimo.
Giovedì 21 Dicembre
A.R.C., 2006; voto: 3 su 5.
Più che il brano di venti minuti (inedito), questo oggetto si segnala per la presenza del DVD, con un concerto, interviste e video. Il brano non si discosta dal genere, molto jazz e molto elettronico sperimentale.
Mercoledì 20 Dicembre
Skream!, 2006; voto: 2 su 5.
Ho come l'impressione che il fenomeno dubstep stia per esaurirsi. Quando infatti escono dischi come questo, dignitosi, ma in pieno stile, che nulla aggiungono a quanto già detto, si apre la fase di decadenza. Il disco insomma non è brutto, ma risente appunto del fatto che suoni e tematiche sono già sentite.
Martedì 19 Dicembre
LushRush, 2006; voto: 3,5 su 5.
Compositrice giapponese dedita fondamentalmente al pianoforte, in questo suo primo disco mescola tranquillamente melodie classiche al piano e tastiere, elettronica ed archi, riuscendo a fare anche qualche canzone. Non male.
Lunedì 18 Dicembre
Part Timer, 2006; voto: 3,5 su 5.
Anche qui in due, lui suona, lei aggiunge le voci, ma la storia è un po' diversa. Si parte dalla chitarra (che pare abbia imparato a suonare da zero per l'occasione), fortemente disturbata da glitch, elettronica quanto basta, con richiami da una parte ai Tuung e dall'altra ai The Books. Tanti bei quadretti, tra il minimnale ed il disturbato, che intrattengono con piacere.
Venerdì 15 Dicembre
All Under, 2006; voto: 2 su 5.
Siamo alle solite, lei canta, lui suona, triphoppeggiando a man bassa. Disco fortemente in stile, di genere, direi fuori tempo massimo. Questa volta vengono dal Canada, ma non ci sono proprio altre cose degne di nota.
Mercoledì 13 Dicembre
Idyllatry, 2005; voto: 2 su 5.
Quando Peter Principale (dei Tuxedomoon) lavora da solo, produce sempre lo stesso disco. Il primo va bene, il secondo insomma, quando si arriva il quarto, i suoni cinematici, sintetici e secchi, le divagazioni ed ondulazioni del tutto mostrano la corda. Ed annoiano.
Martedì 12 Dicembre
The Ballad of Den the Man, 2006; voto: 2 su 5.
Ennesimo nome per Ian Simmonds, sulla prestigiosa etichetta Crammed. Dopo essere stato per un po' Juryman e frequentato il trip-hop, adesso è un cantore tra jazz e cantautorato, meno elettronico e più acustico, confezione molto buona, ma ispirazione poca.
Lunedì 11 Dicembre
Joy, 2006; voto: 3 su 5.
Un disco di musica per solo piano, musica classica. Ma, al contrario dei classici dischi, composizioni nuove, fresche, moderne senza essere sperimentali o altro. C'è giusto equilibrio tra melodia, virtuosismo e tutto ciò che fa degna la musica. Insomma, un buon disco.
Lunedì 4 Dicembre
Ensemble, 2006; voto: 3 su 5.
Già autore sei anni fa di un disco prettamente elettronico uscito per la Rephlex di Aphex Twin, dopo aver collaborato con Bjork, ritorna (per Fat Cat) Ensemble, in realtà formato da una sola persona. Lo fa accompagnato da ospiti quali Cat Power e Lou Barlow, e propone musica elettronica languida e molto suonata, un po' cantautorale, un po' folk, e sostanzialmente pop. alla fine, un disco piacevole senza essere particolarmente innovativo
Venerdì 1 Dicembre
The Early years, 2006; voto: 3 su 5.
Prima che Donna Regina saltasse sull'affollato vagone delle band tedesche con voce femminile ed elettronica blipposa, Donna Regina era in giro già da parecchio. Qui sono raccolti molti brani delle opere iniziali (tra il 1992 ed il 1998) e si scopre che non è che facessero cose molto diverse da quelle che fanno attualmente.
![]() |
Eccetto dove diversamente specificato, i contenuti di questo sito sono rilasciati sotto Licenza Creative Commons. This work is licensed under a Creative Commons Attribution-Noncommercial-Share Alike 3.0 Unported License. |
Questa pagina è a cura di Megaphone. |