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ASIAN DUB
FOUNDATION
L'album più bello della Nation Records
(etichetta già di Fun-Da-Mental, Loop Guru e
Transglobal Underground) per quell'anno. La tipica
commistione di dance e ispirazione
etnica (sono anch'essi metà inglesi e metà
asiatici) si arricchisce di elementi jungle e di
passione civile.
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GOLDIE
Il primo in ordine cronologico ad affermarsi con un album
jungle, TIMELESS, che rimane per certi versi
ancora ineguagliato. Anzi, con questo disco,
Goldie riesce ad uccidere il
fenomeno, che da allora tende a ripetere se stesso, schiacciandosi sui
mezzi espressivi più che cercando strade originali. Da allora
si parla infatti di drum'n'bass, che della jungle
costituiscono gli strumenti armonici e ritmici.
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D.NOTE
Raffinato album di questo duo, il quale, dopo
l'esordio hip-hop con BABEL nel
1993 (ed allora erano in tre) concepisce questo disco
dove la jungle convive con elementi di musica
contemporanea e delicate note soul.
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TRICKY
Forse il personaggio dell'anno: Maxinquaye fa piazza
pulita di tutti i codici fino ad allora accumulati in materia di
campionamenti uniti allo hip hop (ma da allora
sarà trip-hop), oscurando perfino gli "amici"
Portishead (e prendendosi qualche piccola vendetta su
di loro...), anche se lo fa con un furore ancora acerbo e
dissipativo. L'apollineo equilibrio sarà raggiunto con il
successivo NEARLY GOD (ma quando scriviamo stiamo
attendendo l'imminente Pre-millenium Tension).
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BJORK
Era difficile far meglio di DEBUT. Se il primo lavoro
raccoglieva in realtà le fatiche di un certo numero di
anni di attività compositiva della fascinosa
islandese (contemporanea alla sua attività nei
disciolti SUGARCUBES), questo POST è un disco
più coevo nelle sue parti, più
maturo ed audace dal punto di vista
produttivo, anche se meno immediato nelle sue hits. Rimane ancora
comunque la "voce" indie per eccellenza, ancora
qualche anno luce davanti agli altri per intuizione e
coraggio di sperimentare.
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UVO II
Uno dei tanti progetti musicali usciti dalla testa di
Pete Namloock, che ha scritto un capitolo importante
della più recente storia ambient con la sua etichetta
FAX. Quattro raffinatissimi trip elettronici
resi speciali dal dialogo voce-violino dell'inossidabile Blaine
Reininger (già nei Tuxedomoon).
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JANSEN &
BARBIERI
Continua il sodalizio dello splendido e seminale "Worlds in a
small room" (1985) con STONE TO FLESH, un
lavoro di prosecuzione e innovazione del suono-Japan.
L'etichetta è la loro Medium, sulla quale si
continuano a pubblicare, nel bene e nel male, i lavori congiunti di tre
dei quattro membri dei Japan.
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ALESINI &
ANDREONI
La storia della Materiali Sonori è la storia
della musica indipendente italiana.
Indipendente soprattutto dalle compromissioni al gusto
imperante nel paese del bel canto, ed orgogliosa di guardare ai
percorsi raffinati e colti di altre sorelle europee
(Crammed e Les Disques du Crepuscule su
tutte). Questo Marco Polo (di cui dovrebbe uscire a
breve un secondo capitolo) è un disco esemplare in tal senso, il
cui modello compositivo è rintracciabile nei migliori lavori di
H. Zazou (per esempio, Sahara Blue) ed arricchito da
"ospiti" quali David Sylvian, Roger
Eno, David Torn, Harold
Budd.
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MARTIN BATES
Disperso dopo la raffinata ed esclusiva milizia
musicale negli elettro-wave Eyeless in Gaza, ha
conosciuto nel 1995 l'anno della rinascita artistica con
quest'album e due lavori ispirati ai testi poetici di
Joyce.
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TINDERSTICKS
Confermano con questo loro secondo lavoro i climi
notturni e la malinconica ispirazione noir
dell'esordio.
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