Marzo 2005 |
Mer 23 Feb 2005 |
Mer 16 Feb 2005 |
Mer 09 Feb 2005 |
Mer 02 Feb 2005 |
Gennaio 2005 |
Mercoledì 23 Febbraio
Luca
2 Many Dj's As Heard on Radio Soulwax 1 2 3 4 5,
Meganet presenta Boomsongs for Velvet,
Piccolo-Sato-Gemma,
Immediate Action,
L'altra,
Minus 8.
Mercoledì 16 Febbraio
Leonardo
Circo Fantasma,
Manini e Barbini,
Indie against In(vi)die,
Giaccone e Congiu,
Andrea Chimenti,
Meganet presenta Complex Routine,
Antony and the Johnson,
Mercury Rev,
Interpol,
Bent,
Bright Eyes.
Mercoledì 9 Febbraio
Luca
I Maniaci dei dischi,
Pete Rock,
Martini Music Mood vol. 3,
Woman in Love,
Emmanuelle,
Stonebridge,
Music for Modern Living,
Nouvelle Vague,
Meganet presenta camomille,
Jennifer Gentle,
Aidoru,
Thrashmonkeys.
Mercoledì 2 Febbraio
Leonardo
Delgados,
Cranes,
Cristina Donà,
Stina Nordenstam,
Emiliana Torrini,
Juana Molina,
Ana Da Silva,
Bjork,
!!!,
Interpol,
Kasabian,
French Kicks,
The Faint,
don't careful,
Meganet presenta Ricordi bastardi; Karate,
goormorningboy,
Andrea Chimenti,
Bark Psychosis,
Blue Note revisited,
Thievery Corporation,
LSD.
Mercoledì 16 Febbraio 2005
Intervista: Manini e Barbini, in formato real audio (sono circa 28 minuti). Per ascoltarla, chiedila via mail.
In occasione della prima giornata nazionale del risparmio energetico, la trasmissione di oggi è andata in onda a lume di candela. Nessuna lampadina è stata maltrattata.
Febbraio 2005
L'ebreo di New York
Mondadori Strade Blu
È un libro a fumetti strano. Comincia molto piano, lentamente, poco avvicente; poi piano piano la confusione di storie (tutte di ebrei di New York) si sincronizza e tutto si incrocia. Una rappresentazione non tanto corale (ogni storia è per sé) ma quasi cubista dell'essere ebrei. Un po' faticoso il disegno, forse costretto dall'edizione italiana.
Febbraio 2005
Rough Trade Shops - 25 Years, 2001; voto: 3 su 5.
Una monumentale raccolta (quattro cd) per celebrare i 25 anni (ormai 29) del negozio (ed anche etichetta discografica). Un pezzo (anzi, molti di più, una cinquantina abbondanti...) di storia della musica.
10 Corso Como vol III - North South, 2004; voto: 3 su 5.
Il buddhabarismo ha distrutto una generazione di ascoltatori di musica. Eppure, tra le innumerevoli compilation, ogni tanto se ne trova qualcuna che si salva. È il caso di questo locale italiano (Milano, va da sé) che ha il pregio di raccogliere autori italiani (qualcuno) e stranieri, dividendoli nel nord (più algido ed elettronico) e sud (più folk ed etnico) del mondo.
Wilderness, 2005; voto: 2 su 5.
Pop; pretenzioso e brutto. Da uno dei The Sea And Cake mi aspettavo molto ma molto di più.
Forever Faithless, 2005; voto: 1 su 5.
Un greatest hits; ecco, ascoltando di seguito tutti gli hit di questo gruppo, mi dico: ma quanto sono pop! ma tanto, troppo.
La stanza dei giochi, 2004; voto: 4 su 5.
L'uno voce, l'altro fisarmonica, origini ne Il Circo Fantasma, prossimità ai Mercanti di Liquore e Yo Yo Mundi. Cantautorato folk, in un disco un po' concept, tutto sommato ascoltabile e divertente.
Wet From Birth, 2004; voto: 3 su 5.
New-wave, punk-rock, punk-funk, insomma, anni ottanta essudanti da tutte le parti. Un disco onesto, ma che non lascia il segno.
For And Acted Upon Through Diversions, 2003-2004; voto: 4 su 5.
Siamo dalle parti dei GYBE!, forse un po' un ritardo (ma il disco è di paio d'anni vecchio), forse non particolarmente originali. Ma piace lo stesso: lunge suite strumentali, ben suonate.
The Great Destroyer, 2005; voto: 3 su 5.
Sono ormai una istituzione nello indie rock americano; ed adesso escono per la sub pop... Come dire, si sono fatti un po' più rock, perdendo per strada un po' di psichedelia. Comunque, rimane sempre un buon disco.
Yo-Yo Ma plays ennio Morricone, 2005; voto: 2 su 5.
Per quei pochi che non sanno chi sia Yo Yo Ma, basti sapere che è un violoncellista classico, forse il migliore attualmente in circolazione. Se invece non sapete chi è Ennio Morricone, passate ad altro. Dall'unione di questi due mostri sacri, esce fuori qualcosa che è sì gradevole, ma che non aggiunge alcunché all'uno o all'altro.
Antics, 2004; voto: 2 su 5.
Non li sopporto. Poverini, non è tutta colpa loro, ci si mette la stampa a dire bravi bravi. Ma per me rimangono una copia sbiadita nel tempo dei Joy Division.
Young Machines Remixed, 2004; voto: 4 su 5.
The Young Machines, 2003; voto: 3 su 5.
Cominciamo col disco normale: voce, chitarre, arrangiamenti, indie rock passabile, con qualche buon spunto, ma nulla più. Poi c'è il solito disco di remix, ma questa volta supera l'orginale. Merito dei personaggi che hanno contribuito alla cosa: Arab Strap, Matmos, Dntel, Boom Bip, Stereolab.
Björgúlfsson / Pimmon / Thorsson
Still Important Somekind Not Normally Seen [Always Not Unfinished], 2004; voto: 2 su 5.
Ci si mettono in tre per fare un po' di minimalismo elettronico, ma ci vorrebbe un po' più di incisività nei suoni e nella costruzione dei brani perché possano essere ricordati
I Am A Bird Now, 2005; voto: 4 su 5.
Una delle più delle voci della scena attuale, grandi collaboratori (Lou Reed, Boy George, Devandra Bernhardt, Rufus Wainright), un po' una delusione. Lo stile è sempre quello, si sperava in qualcosa di più.
Riascoltato dopo un po', cambio totalmente idea. Grande, commovente, bellissimo.
vv.aa. (Saint Germain des Pres Café)
Saint Germain des Pres Café 5, 2004; voto: 3 su 5.
Tra le tante compilation buddhabaresche, questa si salva. Ma neanche poi tanto.
Click and Cuts 4, 2004; voto: 3 su 5.
Onesta quarta raccolta (singola) di suoni elettronici minimal-blipposi. Lo stato dell'arte al momento attuale, ma solo per intenditori.
Before The Dawn Heals Us, 2005; voto: 3 su 5.
Dicevo qualche recensione fa che avrebbero dovuto interessare di più l'ascoltatore con la loro elettronica delicata. Detto, fatto: nel nuovo disco, molte voci, sembrano i primi Air (quelli non imbolsiti degli ultimi dischi) un po' più cattivi. Piacevoli.
Digital Ash In A Digital Urn, 2005; voto: 4 su 5.
I’m Wide Awake, 2005; voto: 3 su 5.
Raccontato in maniera semplice, indie rock americano; ma in realtà c'è qualcosa di più in questo personaggio molto giovane (poco più di vent'anni) e già iperproduttivo (due dischi contemporaneamente). Il primo, acustico, folk, quasi solitario, piace meno; il secondo, con ospiti, inserti elettronici e qualche strumento in più, è veramente piacevole, anche per uno come me che fatica ad ascoltare l'indie rock americano.
Ariels, 2004; voto: 2 su 5.
I Bent sono veramente ridotti male. Un disco pop nel senso deteriore del termine; solo qui e lì affiorano ricordi di un decente passato, e solo nei momenti in cui la musica sembra una brutta copia di Madonna.
Three Imaginary Boys (deluxe), 1979-2004; voto: 3 su 5.
Ri-edizione del primo disco dei Cure; lasciando perdere (perché l'avete già consumato, vero?) il disco ufficiale, i fan potranno bearsi del secondo cd, in cui sono contenuti molti inediti assoluti e qualche rarità (chi ha "Curiosity"?). In genere saltano fuori delle cose terribili (alcune registrazioni sono veramente infami), ma anche qualche piccola gemma (una versione di 10:15 Saturday Night mooolto più lenta della versione definitiva, e direi più bella ed attuale).
Shapes And Colours From The Land Of God, 2004; voto: 3 su 5.
Siderartica è il progetto solista (ma anche no, sono in tre o quattro) di Elena Fossi dei Kirlian Camera. Le atmosfere quindi sono piuttosto gotiche, tappeti elettronici con voci sussurrate, ma non mancano alcuni pezzi che si distinguono dal genere.
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