megaphone - Marzo 2005

Mer 30 Mar 2005
Mer 23 Mar 2005
Mer 16 Mar 2005
Mer 09 Mar 2005
Mer 02 Mar 2005

Mercoledì 30 Marzo
Leonardo

Julian Cope,

Delgados,

Whitey,

Beck,

13 and Gold,

Fog,

Iron and Wine,

Antony and the Johnson,

L'altra,

Expedition,

Nils Petter Molvaer,

Noorda,

Mamasan,

Gilbo,

Xilema,

Mariposa,

Chomski,

Jennifer Gentle,

Offlaga Disco Pax,

Meganet: fizzarum.

Mercoledì 23 Marzo
Luca

The Kings of Funk,

Twelve inches of pleasure,

Thievery Corporation,

Benjamin Diamond,

Kaos,

Out Hud,

Siouxsie and the Banshees,

Offlaga Disco Pax,

Whitey,

Liquido,

Meganet: goodnight streetlight,

Mariposa.

Mercoledì 16 Marzo
Leonardo

Postal Service,

L'altra,

Hood,

Ulan Bator,

Thievery Corporation,

Daniele Luttazzi,

Siouxsie and the Banshees,

Meganet: CC Mixter,

Soulwax,

The Faint,

Mogwai,

Marsen Jules.

Mercoledì 9 Marzo
Leonardo

Moby,

Six by Seven,

LCD Soundsystem,

Kasabian,

The Faint,

Postal Service,

Face Tomorrow,

Bright Eyes,

Libertines,

Tre Allegri Ragazzi Morti,

Ulan Bator,

Low,

Charles Atlas,

Meganet: Alphabet,

Antony and the Johnson,

Jens Lekman,

Daniele Luttazzi,

Marlene Kuntz,

Tori Amos,

Meg,

Ada,

Munk.

Mercoledì 2 Marzo
Luca

2 Many Dj's As Heard on Radio Soulwax,

Depeche Mode,

Xilema,

Mamasan,

Gilbo,

Archedora,

Marco Filiberti,

Re:Jazz,

Nouvelle Vague.

Giovedì 31 Marzo

Alog

Miniatures, 2005; voto: 3 su 5.

Musica elettronica, leggera e dai suoni che si sentono ben costruiti. Un po' troppo monotona, ma forse va bene così.

Garbage

Bleed Like Me, 2005; voto: 1 su 5.

Ascoltando il disco prima dell'imminente campagna pubblicitaria, si possono apprezzare le doti musicali dei Garbage. Che fanno tanto rumore per nulla.

Martedì 29 Marzo

Julian Cope

Citizen Cain'd, 2005; voto: 2 su 5.

Julian Cope mi è simpatico perché è uno dei pochi sanamente pazzi rimasti in circolazione. Questo album che appare doppio ma che in realtà è normale è un disco di rock classico: chitarre, chitarre, e voce arrabbiata. Ascoltatelo solo per affetto.

Morelenbaum/Sakamoto

Casa, 2002; voto: 2 su 5.

Per completezza: disco di musica brasiliana (o meglio, di brani di Jobim) dove è presente al pianoforte Sakamoto. Ma si limita a suonare il piano.

Lunedì 28 Marzo

Porcupine Tree

Deadwing, 2005; voto: 2 su 5.

Rock chitarristico con qualche eco psichedelico in ricordo dei vecchi tempi. I Porcupine tree non sono più quelli di un tempo, sono a tutti gli effetti un altro gruppo. Che non mi piacciono.

Thievery Corporation

Cosmic Game, 2005; voto: 2 su 5.

Ormai i due tenutari del gruppo hanno così fossilizzato il loro stile che non riescono a produrre nulla di particolarmente originale. Stavolta pigiano di più sul pedale dell'esotismo, ma ricordano troppo suoni e stili in voga anni fa, ai tempi della battuta lenta. Cinque anni fa sarebbe stato un buon disco, ora annoia.

Flotation Toy Warning

Bluffer's Guide To The Flight Deck, 2004; voto: 3 su 5.

Un incrocio tra Mercury Rev e Radiohead. Con qualche pericolosa scivolata verso i Pink Floyd più deteriori. Non mi entusiasmano, però il disco non disturba, e passa via felice.

Domenica 27 Marzo

Arcade Fire

Funeral, 2004; voto: 4 su 5.

In certi momenti suoni e voce sono simili in maniera imbarazzante agli Echo & The Bunnymen; poi guardi meglio, scopri che son canadesi e magari Ian McCulloch non sanno nemmeno chi sia. Li riascolti, e sentio echi di Talking Heads, Sugarcubes, Broken Social Scene e molti altri insigni maestri. Come si dice, copiare da uno è plagio, da tanti è ricerca. Il risultato è un bel disco, che si ascolta volentieri più volte.

Kammerflimmer Kollektief

Absencen, 2005; voto: 4 su 5.

Mischiano elettronica sperimentale, un pizzico di rumore, suoni strani, con free jazz. Detto così, questo gruppo tedesco sembra destinato a produrre un gran pasticcio musicale, ed invece è un disco veramente piacevole nonostante una certa attenzione richiesta per un buon ascolto.

Monade

A Few Steps More, 2005; voto: 3 su 5.

Socialisme ou Barbarie: The Bedroom Recordings, 2003; voto: 3 su 5.

Chi canta è Laetitia Sadier, componente degli Stereolab. E proprio agli Stereolab più mielosi si rifà la musica, che trascorre tranquilla per gli appassionati, ma che nulla aggiounge a quanto già si conosce degli Stereolab.

Sabato 26 Marzo

vv.aa. (Dead Can Dance)

Tribute to Dead Can Dance: The Lotus Eaters, 2004; voto: 3 su 5.

Non sono un appassionato degli album di tributo. Non sono appassionato di metal. Quindi, un'operazione di tributo compiuta da band di stampo metal potrebbe essere di quanto più aborrito da parte mia. La cosa però risulta abbastanza dignitosa, con alti e bassi, come al solito. Il voto è alto solo perché amo i Dead Can Dance, ma, dal punto di vista musicale, vale molto meno: le riletture sono nella maggior parte calligrafiche, poco o nulla si discostano dall'originale. I partecipanti avrebbero dovuto osare di più.

Via Tania

Under a different sky, 2003; voto: 4 su 5.

Oh che disco piacevole. Via Tania, australiana, è uscita nel 2003 con questo disco che ricorda il post-rock, l'indietronica, il trip-hop, e cose del genere, in maniera molto solare e simpatica. Sicuramente divertente, anche se un po' leggerino. Ma ogni tanto ci vuole.

Perturbazione

Canzoni allo specchio, 2005; voto: 3 su 5.

Uno dei migliori gruppi di musica italiana. Però questo disco mi pare più triste del precedente (che già non era propriamente allegro); sarà forse la mancanza di un riconoscibile hit tra tanti pezzi ugualmente validi ma mai eccezionali.

Harold Budd

Avalon Sutra, 2004; voto: 4 su 5.

Per l'etichetta di David Sylvian, esce l'ultimo (a quanto pare, definitivo) disco di Harold Budd, uno dei monumenti del minimalismo e dell'ambient. Ed è una piacevola sopresa, brillante e gioioso, un po' in controtendenza rispetto ai suoi lavori precedenti.

Venerdì 25 Marzo

Boom Bip

blue eyed in the red room, 2005; voto: 3 su 5.

Non sono riuscito a farmi un'opionione definita su questo disco. Brani che si ascoltano, qualche canzone, buona produzione. Ma forse manca quel qualcosa che strappa l'attenzione e che lo rende superiore agli altri.

The Residents

Animal Lover, 2005; voto: 2 su 5.

C'è sempre qualcosa di più oltre a ciò è si ascolta in un disco dei Residents; ma se si toglie il concept album, storie e racconti al contorno, ci si riduce ad una serie di brani tra l'infame ed il sublime. E questa volta i primi sopravanzano i secondi.

Giovedì 24 Marzo

Green Day

American Idiot, 2004; voto: 2 su 5.

Per qualche strano motivo, mi ero fissato in testa che i Green Day facessero del punk commerciale. Ed invece no: mi hanno sorpreso con questo disco, che è di rock ed anche piuttosto commerciale.

Fog

10th Avenue Freakout, 2005; voto: 4 su 5.

Per essere sghembo, lo è parecchio. Direi voce e piano, se spesso non entrassero batterie fuori tempo, suoni ritrovati, spazzature elettroniche, un po' di confusione generalizzata. Ma il tutto suona incredibilmente divertente e piacevole, tanto che lo ho ascoltato due volte di seguito, giusto per essere sicuro che non si trattasse di uno scherzo ben riuscito.

Martedì 22 Marzo

Clayhill

Small Circle, 2004; voto: 2 su 5.

L'elemento portante del gruppo proviene dai Red Snapper; ma qui siamo un po' lontati dal loro cinematismo: entrano suoni jazz e folk, e solo raramente compaiono ritmi ed elettronica. Molto folk, molto inglese, molto pop.

AGF and Delay

Explode, 2005; voto: 3 su 5.

Sulla carta, un incontro stimolante: AGF, già nei Laub, che attraversa territori sperimentali con la sua voce; e Vladislav Delay, un iperproduttivo sperimentatore. Ma la somma è inferiore al valore dei due singoli. Siamo su traiettorie sì sghembe, ma non più di tanto. Alla fine, trip-hop un po' più sperimentale: buon disco, ma, come dire, possono fare meglio.

Asian Dub Foundation

Tank, 2005; voto: 3 su 5.

Un titolo, un programma. Un disco mooolto politico, più del solito. Pur essendo un fan sfegatato (ma bisogna vederli dal vivo per comprenderne appieno il potenziale), questo disco non soddisfa musicalmente, un po' troppo appiattito sulle solite cose.

Basement Jaxx

The singles, 2005; voto: 1 su 5.

Non c'è nulla da fare. I Basement Jaxx non riescono a piacermi, anche quanto infilano i loro maggiori successi all'interno di una bella confezione con bonus e DVD. Troppo caciaroni per i miei gusti.

Domenica 20 Marzo

David Morales

2 Worlds Collide, 2004; voto: 1 su 5.

Sarà anche un mostro sacro (a proposito, bell'atteggiamento da tamarro), ma a me questa disco leggera proprio non va giù.

Morelbaum 2 - Sakamoto

A Day In NYC, 2003; voto: 2 su 5.

Lasciate cadere il nome di Sakamoto. È un disco di musica brasiliana, con brani di Jobim, Veloso, Gilberto; perfino i brani originali di Sakamoto stesso si confondono all'interno. Il disco è praticamente dal vivo, con brani ripresi dal precedente Casa ed altri suonati per l'occasione. Buono a chi piace il genere, meno per me.

Andrew Peckler

Nocturnes, False Downs & Breakdowns, 2005; voto: 4 su 5.

Verrebbe da dire un classico: atmosfere elettroniche jazzate (siamo dalle parti Cinematic Orchestra, se può aiutare), abbastanza lente, molto notturne, come da titolo; niente di particolarmente originale, ma scorre via che è un piacere.

Sabato 19 Marzo

Psychedelic Furs

All of this and nothing, 1988; voto: 4 su 5.

Quando mi si dice che stanno tornando gli anni ottanta, io dico: c'ero. Ed allora posso dire, dopo aver estirpato la nostalgia canaglia (che comunque aggiunge un punto al voto), che i Psychedelic Furs erano un buon gruppo, con canzoni piacevoli ancora adesso. Ce ne fossero.

Abe Duque

So underground it hurts, 2005; voto: 1 su 5.

Sotto l'ala protettiva di Dj Hell e della International Gigolo, in realtà questo equadoregno che si fa chiamare Abe Duque è un po' distante dal classico suono dell'etichetta: niente eletroclash, ma sana techno e house di vecchio stampo. Ecco, vecchia; ma tanto vecchia. Da dar fastidio.

Dalek

Absence, 2005; voto: 4 su 5.

Hip-hop, ma di quello spesso. Musica non banale, ai limiti della sperimentazione, e, per chi ha voglia, testi difficili.

Roger Eno

18 Keyboard Studies by Hans Friedrich Micheelsen, 2003; voto: 2 su 5.

Il fratello meno fortunato di Brian è un onesto pianista, che altrove produce dischi ameni, scorrevoli e divertenti. Questa volta invece, complice forse il misconosciuto autore dei brani (per organo, che Roger suona al piano e Brian enossifica con mano leggera), l'opera è troppo standard per apparire interessante.

Domenica 13 Marzo

1 Giant Leap

1 Giant Leap, 2002; voto: 3 su 5.

Più volte negli anni si è assistito all'incontro tra ritmi occidentali e sonorità africane (anche se, diciamolo, tutta la musica moderna in qualche modo proviene dall'Africa...); questo è solo un altro dei tanti dignitosi tentativi che tentano l'imbastardimento creativo. Forse un po' meglio di altri, avvalendosi della collaborazione di buoni nomi (che so, Horace Andy), e un po' più famosi di altri, avvalendosi della collabvorazione di nomi noti (che so, Robbie Williams...).

Lemon Jelly

64 - 95, 2005; voto: 3 su 5.

Anche se è più divertente la confezione ed il concetto sottostante (compionamenti dagli anni 60 ai 90, come da titolo, alla base dei singoli brani), il disco è piacevole, divertente, fila via che è un piacere. Non un capolavoro, e nulla di eclatante, ma va bene lo stesso.

Sabato 12 Marzo

Apocalyptica

Apocalyptica, 2005; voto: 2 su 5.

Questi signori mi incuriosirono perché suonavano brani dei Metallica con gli archi (sono un vero e proprio quartetto d'archi). Sono in giro da parecchio, e questo è solo l'ultimo di una lunga teoria di dischi. E mi pare anche il peggiore, perché accentuano la parte heavy, lasciando gli archi di contorno, come riempitivo, perdendo la loro qualità differenziante.

Aqueduct

I Sold Gold, 2005; voto: 3 su 5.

Musichette alla Postal Service, molto più pop e un po' meno originali. Ma sempre simpatiche ed allegre. Adatti per una serata senza pensieri o per un lungo viaggio in macchina.

Domenica 6 Marzo

Aphex Twin

Analord 1 2 3 10, 2005; voto: 3 su 5.

Il ritorno dell'acido AFX. Una mezza delusione: brani che sembrano vecchi (e forse lo sono) e che ritornano su schemi vecchi. Sì, è sempre Aphex Twin; suvvia, Richard, facci sentire qualcosa di nuovo, ma di nuovo davvero...

And you will know us by the trail of dead

World apart, 2004; voto: 2 su 5.

Noise emo hardcore psichedelia frullate assieme, con qualche richiamo di troppo ai Nirvana. Non nelle mie corde.

Sabato 5 Marzo

Amon Tobin

Splinter Cell Chaos Theory, 2005; voto: 3 su 5.

È già successo in passato, succederà ancora e sempre di più. Accade che il nuovo disco di Amon Tobin è la colonna sonora, ma non di un film, di un videogioco (appunto Splinter Cell, da una idea del famoso scrittore Tom Clancy). Il videogioco non so, ma il disco non è eccezionale. Compare qui e lì la vena solita, iperpercussiva e ipercinetica, di Amon Tobin, ma sembra un po' svogliato, imborghesito. Comunque, d'ascolto piacevole.

Martedì 1 Marzo

vv.aa. (2 Many Dj's)

As Heard On Radio Soulwax 1 2 3 4 5, 2002; voto: 3 su 5.

Spettacoli radiofonici dei Soulwax, ribattezzatisi 2 Many DJ's, e disponibili tramite il solo sito (ma il secondo è anche un disco ufficiale). Si viaggia al confine tra il dj-mix e bastard pop, con sovrapposizioni a volte stucchevoli a volte veramente divertenti. Nel complesso caciaroni e divertenti.

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