megaphone - Aprile 2005

Mer 27 Apr 2005
Mer 20 Apr 2005
Mer 13 Apr 2005
Mer 06 Apr 2005

Mercoledì 27 Aprile
Leonardo

Fischerspooner,

New Order,

Morcheeba,

Monade,

Doves,

Telegram,

Chomski,

Antony and the Johnson,

Maximilian Hecker,

Lucky Pierre,

Sebastian Schuller,

I'm not a gun,

Flotation Toy Warning,

Caribou (Manitoba),

Meganet: loobke,

Abe Duque,

Mu,

Headphone science,

Autechre,

Alog.

Mercoledì 20 Aprile
Luca

Scuola Furano,

Supersystems,

Dalek,

The Thermals,

New Order,

Luce Nera,

Doves,

Meganet: Bacanal Intruder.

The Zen Circus,

Karate,

Hermann Düne,

Shipping News,

Maximilian Hecker.

Mercoledì 13 Aprile
Leonardo

Doves,

New Order,

Garbage,

Morcheeba,

Monade,

Morrissey,

Perturbazione,

Larsen,

Kammerflimmer kollektief,

David Sylvian,

Lucky Pierre,

Sebastian Schuller,

Lali Puna,

13+God,

The Books,

The Residents,

Funky Lowlives.

Mercoledì 6 Aprile
Luca

10 Corso Como (Ludovico Einaudi & Ballake Sissoko, Oumou Sangare),

One Giant Leap,

Asian Dub Foundation,

Dalek,

Boom Bip,

Cranes,

Meganet: Sepia Hours.

Siouxsie and the Banshees,

Antony and the Johnson,

Maximilian Hecker,

David Sylvian,

Emery Reel,

Mark Lanegan,

Doves,

New Order,

The Dears.

Venerdì 22 Aprile

Intervista: Arturo Stàlteri, in formato real audio (sono circa 6 minuti). Per ascoltarla, chiedila via mail.

Arturo Stàlteri

Musica continua, Hotel Bologna, Mestre, Venezia

Una strana bestia: nella prima parte, didattica, una storia della musica ambient in dieci brani; paradossalmente, difficile da apprezzare quando annegata in un ambiente. La seconda parte, più interessante, strettamente musicale: si alternano brani propri e altrui, sempre su tematica ambient. Infine, la terza parte, un video di Bigazzi (spiace dire, poco interessante) sotto il quale Stalteri suona le sue riletture di Brian Eno. Tratto unificante delle ultime due sezioni, l'operazione di asciugatura dei brani ambient con cui si riesce ad apprezzare, una volta eliminati i timbri, i rumori e gli arrangiamenti, le melodie suonate al solo piano. In questo senso, esemplare l'inedita rilettura di un brano dei Sigur Ros, che pur depurato del fascino della voce, degli archi e del resto degli strumenti, rimane interessante rielaborato al pianoforte.

Venerdì 29 Aprile

Bola

Gnayse, 2004; voto: 3 su 5.

Elettronica gentile, un po' alla Boards of Canada, semplice e ritmata, un classico, piacevole, ma senza quel guizzo in più.

Giovedì 28 Aprile

Caribou

The Milk of Human Kindness, 2005; voto: 4 su 5.

Cambia il nome, sembra che cambi tutto, eppure Dan Snaith (o Manitoba, o Caribou) continua a scrivere dei brani veramente bellini, tra il folk, l'elettronica, il pop, e la sperimentazione. Sempre più consigliato.

Mercoledì 27 Aprile

Laraaji

Ambient 3, 1980; voto: 4 su 5.

Forse il meno celebrato della quadrilogia Ambient (questo non è di, ma è solo prodotto da Brian Eno), rimane tuttavia interessante l'operazione di corde suonate in cicli infiniti. Disco comunque piuttosto allegro per essere rigorosamente ambient.

Martedì 26 Aprile

Sinistri

Free Pulse, 2005; voto: 2 su 5.

Sinistri, già Starfucker. Cambio di nome, e di etichetta, ma non di musica. Che è aspra, difficile, frantumata. Troppo.

Lunedì 25 Aprile

Madredeus

Faluas do Tejo, 2005; voto: 3 su 5.

I Madredeus si sono fatti notare per aver contaminato la tradizione portoghese del Fado con sonorità moderne ed elettroniche. Qui invece tornano sui propri passi con un disco di melodie tradizionali ed acustiche. Non che siano brutte, ma così non si distinguono...

Brian Eno

Discret Music, 1975; voto: 4 su 5.

Il disco che ha cominciato il discorso Ambient. Ora rimasterizzato.

Domenica 24 Aprile

Max Eastley / David Toop

Doll creature, 2004; voto: 3 su 5.

L'uno è un giornalista musicale molto profondo, l'altro è uno scultore di suoni. Hanno cominciato sulla Obscure di Brian Eno nel 1975, e questo è il loro terzo appuntamento. Lo scultore produce dei suoni con ciò che trova, il giornalista li mette assieme; il risultato è decismaente straniante: niente ritmo, ne' svolgimento, nessuna concessione all'ascoltabilità. Ambient puro, insomma.

Stereolab

ABC Music the Radio 1 Session, 2002; voto: 4 su 5.

Raccolta di otto radio session (cinque con John Peel), su due dischi, dal 1991 al 2001, un percorso di dieci anni che è piacevole ri-sentire. E si apprezza ciò che è insieme la grandezza ed il limite degli Stereolab: essere sempre uguali a se stessi, con minime variazioni, ma sufficientemente diversi da tutti gli altri, rimanendo interessanti e piacevoli all'ascolto.

Jaga Jazzist

What we Must, 2005; voto: 3 su 5.

La copertina evidenzia più Jaga che Jazzist, però questo mi sembra il disco che più di tutti gli altri abbia a che fare col jazz. Ci sono alcuni brani che non sfigurerebbero in dischi di standard: ma, attenzione, questo non è un complimento. Insomma, questi norvegesi si sono un po' spostati dalla contaminazione per accostarsi a musiche più standard. Così facendo, piacciono di meno.

Supersystem

Always Never Again, 2005; voto: 2 su 5.

Incomincio a non poterne più di tutto questo punk-funk eccetera eccetera. Non so se per precisa scelta stilistica o solamente per seguire la moda, gli ex El Guapo comabiano nome, etichetta e suono e si mettono a scimmiotare i gruppi della DFA. Con scarsi risultati.

Sabato 23 Aprile

Zen Circus

Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo, 2005; voto: 2 su 5.

Un disco un po' troppo vario, a volte confuso, velleitario, cantato in molte lingue, genericamente folle. Ha dei momenti divertenti, ma altri molto noiosi, insomma, non riesce ad appassionarmi.

Scuola Furano

Scuola Furano, 2004; voto: 3 su 5.

Due personaggi friulani, ma dovrebbero stare a New York assieme alla scuderia DFA: e quindi punk-funk, disco, ritorno agli anni ottanta, eccetera eccetera. Non male, in fin dei conti.

Daedalus

Exquisite Corpse, 2005; voto: 2 su 5.

Un frullatore. Si piglia un po' di tutto, dal jazz allo hip-hop, canzonette leggere tipo lounge e roba elettronica anche industriale, e si frulla tutto assieme. Poi si rimette tutto assieme, piuttosto conusamente, e si ottiene questo disco. Si può discorrere molto sulle qualità del disco, però si fa fatica a finirlo.

Martedì 19 Aprile

Autechre

Untilted, 2005; voto: 3 su 5.

Non lo so. Sono sempre in difficoltà di fronte agli Autechre. Non so mai se considerarli capolavori o porcherie. Qui mi sembrano più organici del solito, un po' di più allegri, ma cercare cose orecchiabili è un'altra questione. Bisogna che me li riascolti con calma.

Lunedì 18 Aprile

Hungedup

Clatter for Control, 2005; voto: 4 su 5.

Siamo sempre lì: post-rock o post-progressive come lo chiamo io, lunghi strumentali con suoni liquidi e cangianti. Nulla di nuovo o particolarmente originale, ma che volete, a me piace così.

Domenica 17 Aprile

Beck

Guero, 2005; voto: 2 su 5.

Beck torna a fare il Beck dei primi tempi, complici i Dust Brother che ritornano a collaborare con lui. Allegro e a tratti trascinante, molto lontano dal precedente Sea Change, tuttavia, il disco sembra essere fuori tempo massimo. Da un folletto della musica si aspetta sempre qualcosa di diverso, non il ritorno pedissequo sui vecchi sentieri.

Sabato 16 Aprile

13 and God

13 and God, 2005; voto: 3 su 5.

Men of Station EP, 2005; voto: 3 su 5.

13+God sono i Notwist (pionieri del glitch pop) assieme ai themselves (collettivo hip-hop comprendente doseone già nei cLOUDDEAD). Glitch e Hip sono territori musicali che si son sempre frequentati, e qui esplicitamente cercano di mescolarsi. I risultati non sono però superiori alla somma delle parti: ci sono pezzi puramente Notwist e ci sono pezzi puramente themselves. Solo ogni tanto si attua una mescolanza creativa, ma è troppo poco. Tanto valeva fare uno split.

Akufen

My Way, 2005; voto: 3 su 5.

Sarebbe quesi un disco di techno, se non fosse per i suoni: che sono presi della radio, attraverso microcampionamenti, giuntati assieme con estrema cura e precisione. Detto così, sembrerebbe una cosa abborraciata, invece riesce a stare brillantemente in bilico tra il danzereccio e lo sperimentale, senza risolversi e cadere nello scontato.

Venerdì 15 Aprile

Four Tet

Everything Ecstatic, 2005; voto: 4 su 5.

Confesso che non ricordo con precisione le opere di Four Tet prima di questo disco (ce le ho, ce le ho): ricordo vagamente elettronica leggiadra. Qui le percussioni ed i ritmi spezzati sono quasi sempre in prima fila, ma anche i tappeti non mancano. Il tutto messo assieme con buona creanza, tanto da rendere il tutto piacevole all'ascolto, anche ripetuto.

Giovedì 14 Aprile

That Summer

Clear, 2005; voto: 4 su 5.

Il punto di partenza è una voce ed un pianoforte. Però è chiaro che il tizio che si nasconde il nome estivo ha ascoltato David Sylvian, Brian Eno, ma anche un sacco di elettronica blipposa, che certe volte prende mano e si sovrappone al resto. Un disco bello e godibile.

Domenica 10 Aprile

Weevil

Drunk On light, 2004; voto: 2 su 5.

Ci ho provato un paio di volte ad ascoltarli, ma non riesco a farmeli entrare in testa. Troppo indefiniti, scarsa personalità, una sorta di indietronica più chitarrosa, ma se non riesco a ricordarli dopo due ascolti di fila, significa che per me sono troppo evanescenti.

Anneli Drecker

Frolic, 2005; voto: 3 su 5.

Tundra, 2000; voto: 3 su 5.

C'erano una volta i Bel Canto, delicato gruppo norvegese, quando ancora la scandinavia non appariva nella geografia musicale. La cantante di questo gruppo è appunto Anneli Drecker, che qui rifà le stesse cose, vent'anni più tardi. La voce è sempre quella, ma la musica ha perso un po' del fascino antico.

TBA/Natalie Beridze

Georgia Is Like Spiritual Tokyo, 2003; voto: 3 su 5.

Non è un disco concettualmente diverso dal successivo: scarni arrangiamenti, voce più o meno recitante, suoni elettronici abbastanza alieni. Difficile da apprezzare in pieno.

Black Dice

Beaches and Canyons, 2002; voto: 3 su 5.

I Black Dice fanno sempre dischi molto difficili da ascoltare; i brani, sempre lunghi, non hanno un inizio, uno svolgimento ed una fine ben determinati, ma vagano cambiani suoni, colori e sensazioni. Impossibili da ascoltare mentre si fa altro, richiedono attenzione spasmodica per essere apprezzati appieno.

Sabato 9 Aprile

Telepopmusik

Angel Milk, 2005; voto: 3 su 5.

Trip hop leggero, con qualche spruzzata di rumorini a sporcare un po' un aspetto che appare troppo levigato per essere pienamente godibile.

Ben Gibbard - Andrew Kenny

Home EP Vol 5, 2003-2005; voto: 3 su 5.

Esce per la Morr Music (ma era già uscito in USA un paio d'anni fa) questo split EP tra Ben Gibbard (Death Cab For Cutie, Postal Service) ed Andrew Kenny (American Analog Set); non è che c'entri molto coi suoni tipici della Morr: otto brani di voce e chitarra, non particolarmente brutti, ma neppure particolarmente belli. Spicca la voce di Ben Gibbard, che più ascolto più mi piace.

Venerdì 8 Aprile

vv.aa. (Mutek)

Mutek 04, 2004; voto: 2 su 5.

Il Mutek è un festival che si tiene in Canada annulmente a testimoniare fermenti e nuovi direzioni nella musica elettronica. Questa è la compilation che contiene brani degli artisti che si sono esibiti nell'edizione del 2004. Molti mi sono sconosciuti, ed è un bene. Infatti, poche sono le cose non dico degne di nota, ma almeno ascoltabili (perché brani di 11 minuti composti di immensi silenzi non rapprensentano per me l'ascoltabilità). La cosa triste è che se sono così su disco, dal vivo dev'essere ancora peggio.

The Engineers

The Engineers, 2005; voto: 2 su 5.

Probabilmente, il disco che ho ascoltato io è diverso da quello che han sentito altri (la BBC: "This London-based quartet opt for a sound suited to the star-gazing school of Sigur Ros, Brian Eno and My Bloody Valentine"; il distributore italiano: "è stato etichettato come erede della Beta Band e come uno dei migliori ritorni allo shoegazing. Più delicati dei My Bloody Valentine e con una forte psichedelica malinconia alla Spiritualized, aggiungono un amore viscerale per i Talk Talk e cercano di creare una musica di intensa profondità e libertà combinando sperimentazioni ed emozioni"). A me sembrano canzoncine leggere con chitarrine onnipresenti ed il cantato sussurrato tipico di chi non sa cantare.

Giovedì 7 Aprile

Tara King Th

The Tara King theory, 2005; voto: 4 su 5.

Esce il secondo disco di questo gruppo francese, scoperto attraverso le mie navigazioni di Meganet. Ed è una bella sorpresa, con questo post-rock/trip-hop con voce femminile, che scorre via piacevole e godibile. Per voi mortali, il problema sarà trovarlo...

Mercoledì 6 Aprile

Headphone Science

With Lines So Clean, 2005; voto: 4 su 5.

Un incrocio tra Dj Shadow ed Amon Tobin, dove ritmi frattali si incontrano con strani suoni recuperati chissà dove, e qualche altro rumore a sporcare il tutto. Interessante e divertente.

Ginevra Di Marco

Disincanto, 2005; voto: 3 su 5.

Comincia male, con un brano degno di un brutto sanremo. Poi ritorna in carreggiata, con brani che ricordano i dischi precedenti, ed altri che cercano nuove strade. Un disco un po' in mezzo al guado, in cerca di nuove strade. Potrei perfino usare la parola magica, interlocutorio.

Martedì 5 Aprile

TBA/Natalie Beridze

annulé, 2005; voto: 3 su 5.

Piuttosto ben accolto dalla critica, mi pare invece un disco molto faticoso, vuoi per la lunghezza, vuoi perché gli scarni arrangiamenti costringono ad una eccessiva attenzione. Da riascoltare con calma.

Lunedì 4 Aprile

Siouxsie and the Banshees

Downside up, 2004; voto: 3 su 5.

54 brani in tutto, di cui 34 per la prima volta su CD; 76 pagine di booklet con i testi; 3 dischi, quasi 4. Ecco i numeri di questo cofanetto che raccoglie le b-side di una icona del movimento post-punk o dark (ormai è passato così tanto tempo che le cose si confondono nella mia memoria. Un bel tuffo nel passato, e in molti momenti si sente che il tempo è passato.

F.S. Blumm

Zweite Meer, 2005; voto: 3 su 5.

Un disco che esce per la Morr Music, ed è di voce e chitarra. Sì, un po' il tutto è sporcato a momenti da elettronica e suoniciattoli, ma si tratta fondamentalmente di un disco semplice ed acustico. Non brutto, ma nemmeno da strapparsi i capelli.

Domenica 3 Aprile

Mariposa

Pròffiti now!, 2005; voto: 4 su 5.

Uno dei dischi più strani usciti ultimamente. Politico, citazionista (saccheggiano musiche più impensate), stentoreo, urlato nella musica e nella grafica. Con dei momenti veramente noiosi e discutibili, questo doppio concept album intercala brani "normali" (ammesso che questa parola si possa applicare ai Mariposa) e "pareri di esperti" (campionamenti più o meno rubati di persone in qualche modo legati ai Mariposa). I brani, soprendentemente, sono spesso piacevoli. Le conferenze, noiose dopo il primo ascolto. Un punto in più per il coraggio dimostrato.

Piccolo - Sato - Gemma

Expedition, 2005; voto: 3 su 5.

Un disco per tre imporanti autori (per i più distratti, Steve Piccolo ha lavora con i Lounge Lizards), che richiede impegno, denso di concetti e di suoni, anche trovati. Ottimamente suonato e ben cantato, ai confini del jazz e con qualche canzone. Eppure non convince appieno, come fosse stato troppo lavorato e modificato nel tempo, perdendo tutta la passione iniziale.

Jennifer Gentle

Valende, 2005; voto: 4 su 5.

La grandezza ed il limite di questo disco è di assomigliare in maniera eccessiva alle opere dei primi Pink Floyd e di Syd Barrett. Filastrocche acide, ninnenanne terrifiche e nenie allucinogene racchiuse in un disco che esce per la Sub Pop (!).

Archedora

Descalso, 2005; voto: 3 su 5.

Un disco di folk, nel vero senso della parola, legato al territorio veneto. Prosegue l'avventura di Rachele e Corrado (che intervistammo anni fa), rimanendo, forse un po' troppo, nel solco del disco precedente.

Kaos

Hello Stranger, 2005; voto: 1 su 5.

Illustre passato (Terranova, Ghost Cauldron), buttato via in questo disco che mescola dance, punk funk, elettronica commerciale. Scontato.

Sabato 2 Aprile

Braun (and the mob)

As the Veneer of Dumbness Starts to Fade, 2005; voto: 3 su 5.

Mi ricorda il Matthew Herbert più ostico, frammentario e strano. Però con il funk ed il soul al posto del jazz (si fa per dire). Ritmi frattali, voci femminili in disgrazia. A tratti disturbante, a tratti divertente. Titolo e copertina fanno il verso ad un disco di Mark Stewart (!)

L'altra

Different Days, 2005; voto: 3 su 5.

Un duo con il terzo incomodo (produzione di un membro dei Telefon Tel Aviv), soffici canzoni con minimi suoni elettronici. Delicati e tranquilli, forse troppo, ma con qualche punta d'interesse.

Sabato 2 Aprile

Andrea Pazienza

Andrea Pazienza. Segni e Memorie per una Rockstar

C'è questa mostra a Monfalcone. Ci sono raccolte diverse cose di Andrea Pazienza. Andrea è uno dei più grandi disegnatori italiani di fumetti. Andrea è uno dei più grandi umoristi italiani. Ci sono un po' di tavole, manifesti, copertine, giornali, due filmati. Non è tantissimo, ma se riuscite ad abbinare una qualche altra manifestazione (ad esempio, la presentazione di un libro e uno spettacolo teatrale basato sulle tavole di Andrea), allora il viaggio vale la pena. Un plauso al coraggio degli organizzatori. Si entra gratis, altro che "Prima pagare poi ricordare".

Venerdì 1 Aprile

David Foster Wallace

Oblio

Einaudi Stile Libero BIG

DFW è, forse, il miglior scrittore contemporeneo americano vivente, che sulla scia di Thomas Pynchon si fa apprezzare più per la scrittura che per la storia, che la forma è lunga, ondivaga, piena di incisive, subordinate e coordinate, presenti in questo libro formati da otto romanzi, o meglio racconti lunghi, ma anche no, uno dei racconti è compost da sette pagine, per esempio, ma è anche il più brutto, pagine fitte senza interruzioni, difficili da leggere, che non sai mai quando conviene smettere, la sera prima di addormentarti, in quanto disperi di ritrovare il segno, ed il senso, ed il flusso del discorso, se riprendi il giorno dopo, dimentico dello svolgimento precedente, perché non c'è un inizio, uno svolgimento ed una fine, ma un continuo flusso, non di coscienza, ma di tempo, di ragionamento, di eventi e di storia, in cui non c'è un inizio, o meglio, l'inizio c'è già stato, non c'è una fine, o meglio, la fine ci sarà, ma non ci interessa, ci piace di più sapere cosa succede nel frattempo, e ricordarlo.

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